Salviamo quella “rotonda” sul Po chiamata Al Bersagliere
Boretto,il ristorante-albergo fu costruito vicino alla stazione intorno al 1885. Punto di riferimento della Bassa fino agli anni ’70, ora è abbandonato
BORETTO. Quando si apre il vecchio portone, ci si immerge nell’aria di un tempo che non c’è più. Stanze abbandonate con letti ammuffiti, intonaci scrostati e scale impolverate raccontano di un luogo che, nonostante oggi giaccia in abbandono, ha conosciuto un’antica gloria.
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È il ristorante-albergo “Al bersagliere”, che si trova a fianco della stazione ferroviaria a Boretto e che in paese – ma non solo – evoca mitici ricordi. Questo locale è stato infatti un punto di riferimento per intere generazioni, che sapevano di trovare nella titolare Maria Moretti una garanzia: di ottima cucina e di un servizio casalingo negli anni mai passato di moda. Chi arrivava a Boretto per lavoro alloggiava nelle circa 15 stanze che sorgevano ai piani superiori e veniva accolto da un ambiente ospitale ancora oggi ricordato da chi ha avuto il piacere di dormire su quei letti con le testate in legno e con il materasso altissimo, nel quale si sprofondava. A dimostrazione del fatto che si tratti di un luogo magico, basta pensare che è stato scelto dal grande fotografo reggiano Luigi Ghirri per alcuni scatti che fanno assaporare al meglio la calda atmosfera che si respirava al suo interno. E poi, legate al “Bersagliere” ci sono tante belle storie. A quanto risulta da alcuni antichi documenti, la sua costruzione è iniziata intorno al 1885 e, per la sua caratteristica forma, all’inizio venne battezzato “La rotonda”. Fu probabilmente voluto dal dottor Ferdinando Vecchi, sindaco di Boretto dal 1864 al 1866.
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La sua origine dovrebbe comunque essere legata a quella della ferrovia Parma-Suzzara, che viene a connotare in modo nuovo un’area del paese in precedenza del tutto periferica. Inaugurata il 27 dicembre 1883, costruita e inizialmente gestita da una “Società anonima”, nel 1885 la Parma-Suzzara viene presa in subconcessione dalla “Società Veneta per la costruzione e l’esercizio di ferrovie secondarie italiane”, con sede a Padova. Uno degli aneddoti più importanti è legato alla Prima guerra mondiale. Dal “Bersagliere” passarono infatti tanti soldati in ritirata dopo la disfatta di Caporetto.
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Negli anni vi soggiornarono anche tanti vip (Celentano, Little Tony e molti altri), dopo essersi esibiti nei locali del mitico Enal, oltre agli operai che lavoravano nei cantieri navali sul Po. L’edificio fu ricostruito a causa dei bombardamenti che lo colpirono nel corso della Seconda guerra mondiale: un’ala del ristorante-albergo venne adibita a magazzino dai tedeschi, e per questo motivo gli inglesi scelsero di distruggerlo. Molti ricordi sono poi legati a Maria Moretti, in particolare nel periodo tra gli anni Sessanta e Settanta: ancora nella memoria collettiva resistono il suo stracotto e il suo pollo, vincitori anche di premi culinari.
Oggi l’albergo-ristorante (di proprietà di Claudio Marasi, imprenditore locale) potrebbe ritornare a vivere grazie all’intraprendenza di un gruppo di giovani che se ne sono innamorati: il “Bersagliere”, grazie a loro, partecipa al censimento “Luoghi del cuore” del Fai ed è in testa nella classifica della provincia di Reggio, e secondo in quella regionale.
L'INIZIATIVA. Se il “Bersagliere” negli ultimi tempi è tornato a far parlare di sè è merito di un gruppo di ragazzi che hanno deciso di impegnarsi per provare a recuperare il vecchio albergo-ristorante. L’input decisivo è arrivato dalla studentessa universitaria borettese Francesca Amezzani.
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«Quel luogo – racconta Francesca – mi aveva sempre incuriosito. Ogni giorno, quando andavo a prendere il treno per andare a scuola, lo osservavo e viaggiavo con l’immaginazione, tornando a quegli anni lontani in cui tanta gente vi veniva a mangiare e dormire. Da un paio d’anni, inoltre, sono diventata volontaria del Fai e una volta saputo dell’esistenza del censimento ho pensato che sarebbe stato bello far partecipare il “Bersagliere”, con l’obiettivo di ottenere qualche fondo che possa servire a ristrutturarlo». Al momento sono stati raccolti oltre 1500 voti, destinati ad aumentare ancora. Dopo le tante firme ottenute in occasione del “River’s Food Festival” a Boretto, il gruppo “C’era una volta Al Bersagliere” ha fatto il pieno anche alla fiera di Santa Caterina a Guastalla. Ma votare è ancora possibile consultando il sito del Fai.
«Abbiamo trovato molto sostegno a Boretto – prosegue Francesca Amezzani – in particolare nel proprietario Claudio Marasi, che si è fatto coinvolgere con entusiasmo in questa iniziativa. Ma in tantissimi hanno firmato, soprattutto nei paesi limitrofi della bassa e qualcuno anche dall’estero».
A comporre il gruppo sono soprattutto ragazzi dai 17 ai 27 anni, ma non solo. Si tratta di Francesca e Luca Amezzani, Daniele Bacchini, David Cini, Bruna Frimpong, Annacarlotta Grassi, Claudio Marasi, Gianna Mori, Mirco Pasotti, Margherita Righi, Harsh Saini, qui a fianco ritratti nella foto di Daniela Maisto.