Processo Aemilia, minacce all’avvocato di Libera
Preso di mira lo studio di Enza Rando: stanze a soqquadro, aperti i fascicoli dei processi alle cosche, sparito un hard disk
REGGIO EMILIA. Un tentativo di intimidazione. Un campanello d’allarme. E queste ombre cupe si allungano sul maxi processo Aemilia in corso a Reggio, perché il furto subìto nel proprio studio legale modenese – in circostanze come vedremo particolari – dall’avvocatessa Enza Rando va a colpire un simbolo del procedimento contro la criminalità organizzata, cioè la costituzione come parte civile dell’associazione Libera.
Stiamo parlando dell’associazione antimafia che – con Agende Rosse – sta seguendo ogni udienza del maxi processo con i propri volontari, accompagnando nell’aula-bunker anche le scolaresche perché «Aemilia a Reggio è un punto fermo – ha detto significativamente proprio l’avvocatessa Rando agli inizi della battaglia legale – per prendere coscienza e affrontare il problema delle infiltrazioni della'ndrangheta in aree da sempre ritenute immuni».
Ma analizziamo i fatti. A Modena nel mirino è finito lo studio legale degli avvocati antimafia Enza Rando (vicepresidente dell'associazione Libera contro tutte le mafie) e del collega Christian Mattioli Bertacchini, avvocato civilista, suo collaboratore in alcuni processi di mafia responsabile per la Legalità della Direzione provinciale del Partito Democratico. E proprio questo loro impegno per legalità e contro le mafie potrebbe essere la chiave per leggere il colpo messo a segno, la notte tra venerdì e sabato, quasi in contemporanea con l'iniziativa che si è svolta a Modena presso la Camera di Commercio, a poche centinaia di metri: il convegno promosso da Libera dal titolo "Come cambiano le mafie idee e nuovi percorsi di contrasto" con la partecipazione di Enza Rando , di Luigi Ciotti e dei procuratori Federico Cafiero de Raho e Franca Imbergamo, magistrato della Dda.
I ladri hanno potuto agire del tutto indisturbati e probabilmente hanno avuto il tempo di cercare quello che serviva loro. Non denaro, perché di denaro nello studio non ce n'era così come non c'erano preziosi. Gli intrusi hanno letteralmente messo a soqquadro gli studi dei due legali, i vari armadi e cassetti sono stati aperti e qualche documento buttato a terra.
A Enza Rando non hanno sottratto nulla pur essendo a portata di mano computer, penne e altri oggetti di un qualche valore per chi può essere interessato a guadagnare rivendendoli altrove. La cosa preoccupante – secondo il legale – è che i ladri hanno aperto le ante di armadi in cui sono custoditi i faldoni riguardanti le costituzioni di parte civile nei processi di mafia, nei quali Enza Rando rappresenta Libera (oltre ad Aemilia, i paralleli maxi processi Pesci e Kyterion). Stesso copione nell'ufficio a fianco, quello di Christian Mattioli Bertacchini, dove però i ladri hanno prelevato qualcosa: un hard disk contenente informazioni personali del legale.