Travolta e uccisa da un tir, i due figli: "Il dolore arriverà dopo"
Reggio Emilia: Paolo e Maria Cristina, avvisati dalla Municipale, si sono precipitati davanti a casa stravolti dalla terribile morte della madre, fra sofferenza e tanta dignità
REGGIO EMILIA. «Buongiorno, è lei il figlio di Silvana Giorgi?». Comincia così la telefonata con cui, ieri mattina, Paolo Grisendi è stato avvertito dalla polizia municipale della tragica morte della madre.
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Poche parole, pronunciate sommessamente dagli agenti ai telefoni della Italiana Pistoni di via Cristoforo Monari, di cui Paolo è titolare. Una notizia terribile, che nessuno vorrebbe mai ricevere. La madre, 91 anni fra pochi mesi, era stata travolta e uccisa proprio davanti a casa.
Pochi minuti dopo la notizia, percorsi in tutta fretta i due chilometri che separano l’azienda dall’abitazione, il figlio si è ritrovato davanti una scena orribile. A metà di via Manara, chiusa al traffico dai poliziotti, proprio sotto al numero 19 dove viveva l’anziana donna, un grosso camion era circondato da agenti e da grossi teli bianchi. Dietro, il corpo della madre, riconosciuto proprio dal figlio e dal documento di identità trovato negli abiti della 90enne.
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«Mi hanno detto che stava attraversando la strada – ha poi raccontato Paolo, cappello in mano e sguardo fisso nel vuoto – ma non è ancora chiaro come sia successo. Io vivevo con lei da tempo ormai, abitava qui più o meno da dieci anni. No, mia sorella non vive qui, ma l’ho avvisata».
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E infatti Maria Cristina è arrivata dopo pochi minuti. Un lungo abbraccio commosso fra i fratelli è l’unico momento in cui il dolore ha preso il sopravvento, in cui qualche lacrima ha bagnato il volto dei due fratelli, in cerca l’uno del conforto dell’altra. Poi solo tanta dignità di fronte alla tragedia e ai tanti conoscenti che, di volta in volta, hanno attraversato la strada per andare a porgere loro le condoglianze.
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Vicini, amici, vecchi compagni di liceo: la fermezza di Paolo e Maria Cristina è incrollabile, testimonianza di un grande coraggio. «Adesso è appena successo – ha raccontato poi la figlia alla polizia municipale, mentre le venivano spiegate le procedure per la consegna del corpo della madre – Il dolore vero arriverà dopo, quando realizzeremo completamente la cosa. Ecco, lì sarà dura veramente»