Aemilia, affari e contrasti per i villaggi al sud
Vertinelli vinse un’asta per gli immobili alle Castella, in Calabria, facendo arrabbiare i Grande Aracri
REGGIO EMILIA. Il business dei villaggi turistici al sud è tornato d’attualità ieri durante la nuova udienza del processo Aemilia contro il radicamento della ’ndrangheta al nord. A rievocare i rapporti inizialmente tesi a inizio anni Duemila tra la famiglia Vertinelli (imprenditori edili con base a Montecchio) e i Grande Aracri, è stato ancora una volta il maresciallo dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Modena Emilio D’Agostino, incalzato dal pm Beatrice Ronchi.
Al centro del suo racconto l’affare Le Castella, che mette radici negli anni Novanta, raccontata nelle passate udienze anche dal pentito del processo, Giuseppe Giglio. Si è parlato della Edilizia Vertinelli, azienda di cui risulta titolare Giuseppe Vertinelli, fratello di Palmo, anche lui imputato nel processo, entrambi considerati tra gli esponenti più facoltosi e in affari con il clan cutrese dei Grande Aracri.
L’azienda dei Vertinelli si era aggiudicata l’asta, tenutasi il 16 dicembre 1998, nel Tribunale fallimentare di Firenze, nel corso della quale Palmo aveva acquisito un terreno e delle strutture immobiliari esistenti nella frazione Le Castella. Al bando di gara aveva partecipato anche la Colper, consorzio con base a Brescello e al cui vertice c’era Francesco Grande Aracri, fratello maggiore di Nicolino. All’epoca Vertinelli, ha spiegato il maresciallo D’Agostino, era legato ai Tolone, vicini al clan Arena. Vertinelli si assicurò all’asta l’investimento a Le Castella, a Isola Capo Rizzuto, località di mare, per la quale aveva speso 450 milioni di lire. Un’asta alla quale aveva partecipato anche la Copler di Grande Aracri, rimasta però fuori dopo i rialzi di Vertinelli. Il tutto ricostruito dai carabinieri solo a livello documentale, essendo i fatti risalenti a molti anni fa.
La “vittoria” di Vertinelli fece arrabbiare i Grande Aracri, che se la presero con gli Arena per aver perso l’affare degli immobili a Le Castella. Le prime cinque sedute d’asta erano andate infatti deserte, cosicché i fabbricati e i terreni erano stati venduti alla successiva convocazione, quando il prezzo di aggiudicazione aveva subito una forte diminuzione, passando da 1,25 miliardi di lire della prima seduta ai 410 milioni di lire dell'ultima. Gli attriti, con il tempo, furono poi appianati con l’intervento del capo clan Nicolino Grande Aracri, verso il quale si affiancarono poi i Vertinelli, Palmo andò anche a un incontro, convocato direttamente giù, a Cutro, come ha raccontato poi lo stesso Pino Giglio, durante la sua lunga deposizione al processo che si sta celebrando a Reggio Emilia. La prossima udienza è fissata per domani. (e.l.t.)