La benedizione ai cavalli per Sant’Antonio Abate
Reggio Emilia: don Roberto Bertoldi è passato al maneggio di Sabbione per il rito religioso. Una tradizione che si va perdendo ma che un tempo era molto diffusa
REGGIO EMILIA. Tradizionalmente, nel giorno in cui si celebra Sant’Antonio Abate era usanza che il parroco passasse per le stalle a benedire i capi di bestiame.
O che venissero celebrate messe, per l’occasione aperte gli animali, affinché il loro santo protettore potesse proteggerli. Un momento importante in una società contadina dove la stessa sopravvivenza delle persone era fortemente legata al benessere di mucche, asini e galline.
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La trasformazione della società ha fatto sì che piano piano si andasse perdendo questo momento. In qualche zona d’Italia, l’usanza resta ancora. In provincia di Reggio Emilia, si sono fatti più rari i momenti come questo.
Piccola eccezione la fa il maneggio “Il Tralcio” di via Anna Frank, a Sabbione. Dove ogni anno, don Roberto Bertoldi, chiamato dai proprietari del maneggio, che invitano anche amici e conoscenti a portare per l’occasione i propri animali, passa con l’acqua santa a benedire uno a uno tutti i cavalli e gli altri animali presenti nella bella campagna a pochi chilometri dalla città.
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Sabato – qualche giorno dopo Sant’Antonio Abate, per altri impegni del sacerdote – don Roberto immancabilmente è passato. E ha portato il suo saluto e la benedizione del santo protettore degli animali. Nelle sue parole anche un richiamo al rispetto della natura. «Stiamo vedendo – ha detto durante la piccola e intima cerimonia – cosa vuol dire non rispettare le creature, non rispettare la Terra e come poi faccia fatica a vivere in pace con noi».
«Allora – ha aggiunto – insegnaci a vivere in pace con i nostri fratelli, condividendo i doni e avendone cura».
Dopo queste parole nel cortile davanti alla vecchia cascina, è iniziato il giro tra i recinti del maneggio per don Roberto con l’aspersorio. A sua volta salutato dallo sguardo incuriosito di cavalli e cani. (el.pe)