il clan e i mass media

«Stampa tagliente bisogna occuparsene e saperla sfruttare»

«Stampa tagliente bisogna occuparsene e saperla sfruttare»

REGGIO EMILIA. Citando una frase intercettata, ieri il maggiore dei carabinieri Emanuele Leuzzi ha, in pratica, introdotto così la sua ricostruzione di quella stagione in cui i mass media entrarono...

03 febbraio 2017
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REGGIO EMILIA. Citando una frase intercettata, ieri il maggiore dei carabinieri Emanuele Leuzzi ha, in pratica, introdotto così la sua ricostruzione di quella stagione in cui i mass media entrarono nel mirino del clan Grande Aracri.

«La stampa – riporta un dialogo captato – è un aggeggio che dove tocca taglia, fa male il suo giudizio. Bisogna occuparsene e sfruttarla al meglio». Per il testimone, a fronte nel 2012 di tutta una serie di servizi giornalistici sulle infiltrazioni mafiose, vi è poi il tentativo della cosca di influenzare i media reggiani per costruirsi un’immagine pubblica da sfruttare a vantaggio delle proprie attività, screditando nel contempo chi le ostacolava, come l’allora prefetto Antonella De Miro o Enrico Bini (ai tempi alla guida della Camera di commercio). E il maggiore indica in special modo la querelle fra Telereggio ed alcuni imputati di Aemilia per una serie di servizi andati in onda, ma – rimanendo sul tema di questa tv locale – cita anche la discussa puntata di “Poke balle” con intervistati Giuseppe Pagliani e Gianluigi Sarcone.