Ancora guai per il sorvegliato speciale
L’artigiano 41enne, imputato di Aemilia, ha anche l’obbligo di dimora ma è stato scoperto dai carabinieri fuori da Cavriago
MONTECCHIO. Ancora guai con la giustizia per il 41enne Alfonso Mendicino – originario di Cutro e imputato del maxi processo Aemilia in corso nell’aula bunker di Reggio – che il primo febbraio è stato “pizzicato” dai carabinieri a Montecchio, cioè fuori dal comune di Cavriago dove ha l’obbligo di dimora.
L’artigiano calabrese è stato denunciato a piede libero con connessa apertura di un fascicolo in procura. Insomma, in arrivo l’ennesimo processo per il 41enne.
Dal 20 gennaio Mendicino non solo ha da rispettare la misura della sorveglianza speciale, ma anche l’obbligo di dimora: quest’ultima restrizione è stata decisa dal giudice Alessandra Cardarelli nell’udienza in cui il 41enne ha affrontato un’altra vicenda.
Il mese scorso l’artigiano edile è stato infatti sorpreso – a Correggio – alla guida di un'auto anche se la patente gli è stata revocata nel 2011.
Ai carabinieri ha esibito un documento di guida intestato a un nome come il suo, peccato che fosse il documento del cugino – omonimo – a cui ha appiccicato malamente sopra la sua foto.
Manomissione che non è passata inosservata ai militari che hanno proseguito con gli accertamenti, scoprendo che quello che avevano davanti è anche un soggetto da tempo colpito dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. L'arresto è avvenuto per il materiale falso, ma gli è stata anche contestata la violazione delle prescrizioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale a cui è sottoposto e che gli impone per ogni spostamento fuori dal Comune di Cavriago, dove risiede, di comunicarlo alle forze dell'ordine.
Cosa che secondo gli investigatori non sarebbe avvenuta.
I carabinieri della stazione di Correggio lo hanno fermato in occasione di un controllo alla circolazione stradale. Una pattuglia l’ha visto transitare nei pressi di piazzale Finzi su di un'auto Mercedes Classe B con vetri oscurati. A insospettire l'andatura lenta in una zona da tempo soggetta a furti sulle auto in sosta. Per questo motivo i militari è stato fermato per controllare conducente e passeggero. In tribunale a Reggio poi l’aggravio dell’obbligo di dimora (il pm Valentina Salvi aveva chiesto gli arresti domiciliari).
Mendicino è sottoposto a sorveglianza speciale e su questa misura restrittiva ha avuto un peso la denuncia per minacce gravi presentata da Gabriele Delmonte (consigliere regionale della Lega Nord): l’artigiano edile dopo ripetuti video pubblicati sulla sua pagina Facebook in cui si scagliava senza troppi giri di parole contro i reggiani, se l'era presa con il consigliere leghista che aveva fortemente criticato quelle parole sulla Rete e con interventi pure sui mezzi di informazione.(t.s.)
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