«L’intercettazione? Stavo solo parlando di una querela»

«L’intercettazione? Stavo solo parlando di una querela»

Sarzi Amadè sulla telefonata ascoltata durante l’udienza «Era per alcune dichiarazioni a piazza Pulita. Fu archiviata»

09 febbraio 2017
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REGGIO EMILIA. «Nell’ambito di un incarico professionale dovevo redigere un atto di querela e quindi verificare alcune cose. Quella telefonata va semplicemente ricompresa nell’ambito di un incarico professionale che ho espletato».

Non intende parlarne ancora, aggiungendo di aver già spiegato tutto alla magistratura, dalla quale è stato ascoltato nel maggio 2015. È in quella circostanza che l’avvocato, Antonio Sarzi Amadè, mai implicato in Aemilia, ha spiegato il contenuto della telefonata con Pagliani intercettata il 23 marzo 2012, due giorni dopo la cena agli Antichi Sapori. L’intercettazione è stata al centro dell’udienza del 2 febbraio scorso in aula, riaccendendo la bufera politica. Contestualizzando la telefonata, tuttavia, Sarzi Amadè spiega ai magistrati che aveva ricevuto soltanto un incarico per predisporre una querela che poi venne archiviata senza opposizione contro Enrico Bini, all’epoca presidente della Camera di Commercio, aggiungendo di non aver voluto in alcun modo mettere una coloritura politica all’azione giudiziaria. E quindi rifiutando la proposta di Pagliani, che nel corso della conversazione gli chiese «ma noi lo usiamo il Pdl?».

Nessuna relazione, aveva inoltre spiegato il legale, con il tema delle interdittive, nè con eventuali “manovre” di natura diverse da iniziative giudiziarie legate alla sua professione di avvocato. «La mia querela è stata molto asettica – aggiunge Sarzi Amadè – erano state rilasciate dichiarazioni nella trasmissione Piazza Pulita. È chiaro che per fare una querela bisogna fare verifiche. Ma una volta valutata la richiesta di archiviazione, non si è fatto luogo ad un’opposizione».

Della telefonata intercettata, inoltre, ieri è tornato a parlare anche Giuseppe Pagliani, che a sua volta ha spiegato il significato della domanda rivolta al collega avvocato: «Ma noi lo usiamo il Pdl?».

«Da parte mia, la dinamica era quella di fare interrogazioni e interpellanze su Global Service – afferma Pagliani – Nella sua prima parte, quella telefonata è la più importante della mia difesa, è stata fondamentale per l’assoluzione». Quanto alle parole su Enrico Bini, «nel tempo ho scoperto che non c’entrava con l’entourage della Masini».

E, aggiunge ancora Pagliani: «Il senso delle mie parole era “vuoi che facciamo interrogazioni e interpellanze? Vuoi che la lotta a Bini sia anche una battaglia politica?” Pensavamo fosse la longa manu della Masini. Scoprimmo che non era così». ©RIPRODUZIONE RISERVATA