Gli “identikit” di Cortese sul clan
Riconosce in aula le relative foto poi indica soprannomi, ruoli, attività illecite
REGGIO EMILIA. Con una sicurezza disarmante Cortese dà – in aula – un’identità a quasi tutte le foto mostrate e poi sfodera “identikit” per tutti (diversi invischiati nell’operazione Aemilia, altri no) che in larga parte fa rientrare, anche se in modi diversi, al clan Grande Aracri. Ritratti che, specifica, si «fermano al dicembre 2007».
Gianluigi Sarcone. affiliato al clan con lo “sgarro”, mandante del tentato omicidio di Antonio Villirillo, un big a Reggio.
Alfonso Diletto. detto “Scimmia”, ha bische, discoteche, fa usura, punta di diamante del clan.
Antonio Valerio. elemento di spicco, ha partecipato ad omicidi, imprenditore capace.
Antonio Colacino. vicino al clan, cognato di Romolo Villirillo.
Giuliano, Selvino e Antonio Floro Vito. fratelli a disposizione del clan, usurai, riciclatori.
Giuseppe Grande Sarcone. vicino ai fratelli, è nei cantieri.
Domenico Olivo. detto “Svampa”, cognato di Romolo Villirillo, ha ditta di trasporti.
Giovanni Abramo. ha sposato la figlia del boss, elemento di spicco anche in Emilia.
Cesare Muto. è nel movimento terra, fratello di Antonio Muto.
Antonio Muto. come i fratelli un “bancomat vivente” per le cosche, era uno dei due titolari della discoteca Italghisa.
Paolo Lentini. nel gruppo di fuoco della cosca Arena.
Salvatore Grande Aracri. figlio di Francesco Grande Aracri, era socio occulto della discoteca “Italghisa”.
Alfonso Martino. detto “Cagnolino”, affiliato con lo “sgarro”, truffe e spaccio.
Giuseppe Richichi. non viene riconosciuto dal pentito.
Michele Pugliese. detto “Papera”, vicino al clan Nicoscia, movimenta inerti.
Franco Pugliese. detto “Culo muscio”, padre di Michele, simpatizzante degli Arena.
Francesco Lamanna. figura di spicco della cosca a Cremona, ha interessi anche in Emilia.
Gaetano Blasco. fratello di Salvatore ucciso dai Dragone, lavora in Emilia nel legname, vicino ai Sarcone e a Valerio.
Salvatore Silipo. traffica in droga, un fratello ucciso dal clan.
Carmine Sarcone. opera con i fratelli sui cantieri, problemi con la giustizia in gioventù.
Roberto Turrà. affiliato, spaccio di coca ed estorsioni.
Ernesto Grande Aracri. regge la cosca quando il boss è dentro.
Vito Martino. elemento di spicco, nel gruppo di fuoco.
Salvatore Procopio. va in carcere per una pistola non sua trovata a Santa Vittoria.
Nicolino Sarcone. ruolo di spicco a Reggio come Gianluigi.
Salvatore Cappa. riciclatore di soldi per il clan.
Luigi Muto. era fidanzato con la figlia di Cortese, fa truffe.
Nicolino Grande Aracri. detto “Mano di gomma”, è il capo.
Francesco Grande Aracri. investe i soldi della cosca in Emilia.
Francesco Frontera. detto “Provolone”, affiliato.
Rosario Grande Aracri. fratello di Nicolino, opera nel clan.
Salvatore Grande Aracri. figlio di Antonio, nipote di Nicolino.
Salvatore Colacino. detto “Grillo”, in contatto con Lamanna nel Cremonese.
Alfonso Mesoraca. detto “Minzetta”, affiliato, braccio armato di Lamanna.
Giulio Muto. ha un fratello ucciso in un bar a Cremona.
Rosario Corchia. nipote del capoclan Nicolino.
Alfonso Paolini. ha rapporti con le forze dell’ordine.
Palmo Vertinelli. si muove fra ristorante ed edilizia.
Romolo Villirillo. ricicla soldi per il clan in Calabria e in Emilia.