Un rebus l’incendio delle auto di Colacino
Sentiti ieri come testimoni gli ex funzionari della squadra mobile. Caiazzo fa scena muta in tribunale
REGGIO EMILIA. Non si dissipa l’alone attorno alla vicenda degli incendi delle auto dell’imprenditore calabrese Michele Colacino. Una vicenda oggetto ieri delle testimonianza di alcuni ex agenti della squadra mobile della questura di Reggio Emilia, chiamata nel 2011 a indagare sul rogo della Bmw 730 di Colacino, avvenuto il 14 novembre in via Cecati. Un incendio che segue quello del 16 maggio 2010 di un’altra Bmw 730, sempre di Colacino (nella foto). Tra gli uomini delle forze dell’ordine ascoltati anche il sostituto commissario Felice Caiazzo, indagato per favoreggiamento in Aemilia, che si è avvalso della facoltà di non rispondere perché testimone coinvolto per reato connesso. Dopo di lui è stato sentito Giuseppe Desiderio, ora pensionato, che ha però affermato di aver solo firmato l’informativa sull’incendio in quanto capoufficio facente funzione.
Infine è stato il turno di Claudio Ferretti, vice sovrintendente di polizia. «L’indagine era partita dall’intervento della volante sul posto – ha detto Ferretti – Poi, di conseguenza, c’è stata la denuncia della parte offesa. C’è un video dell’incendio ma non mi ricordo se l’ho visto. L’ispettore Caiazzo se ne è occupato in quanto responsabile della sezione. Giulio Moretti è quello che ha analizzato il video. Abbiamo acquisito la relazione dei vigili del fuoco e le informative sono state trasmesse al sostituto procuratore della Repubblica, Maria Rita Pantani e poi alla Dda Bologna. Abbiamo fatto alcune ipotesi investigative che erano poi da sviluppare».
Sulla vicenda, la Mobile di Reggio aveva raccolto alcune confidenze di un informatore. «L’informatore era un calabrese» rivela Ferretti, facendo capire che – seppure con difficoltà – qualche notizia è trapelata negli anni verso gli ambienti investigativi, nonostante fino a pochi anni fa si facesse ancora fatica a ricondurre fatti simili sotto uno stesso capitolo, come avvenuto poi con Aemilia. (e.l.t.)