Gazzetta di Reggio

Reggio

«La Bianchini agevolò l’infiltrazione» 

di Enrico Lorenzo Tidona
«La Bianchini agevolò l’infiltrazione» 

Ricostruiti i rapporti tra l’azienda e il geometra del Comune di Finale: «Gestione illegittima dei lavori post terremoto»

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REGGIO EMILIA. Li stavano intercettando da tempo, prima ancora del terribile terremoto che ha squassato l’Emilia nel 2012. Un intreccio fitto di telefonate e intercettazioni ambientali che hanno registrato anche lo stretto rapporto tra la Bianchini Costruzioni di San Felice sul Panaro (Modena) e il geometra Giulio Gerrini dell’amministrazione comunale di Finale Emilia. Rapporti sviscerati ieri, dal maresciallo Guido Costantino del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Modena, che in oltre tre ore, anche interpellato dagli avvocati difensori Giulio Garuti e Simone Bonfante, ha ricostruito i fili che legano l’imprenditore Augusto Bianchini con la politica locale in nome degli appalti. Rapporti che secondo l’accusa avrebbero aperto poi un varco all’infiltrazione mafiosa, anche per quanto riguarda i lavori per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012, visto l’intervento in alcuni lavori dell’imputato Michele Bolognino, considerato una figura di spicco nelle trame del clan Grande Aracri, e la cui presenza è stata rilevata in alcuni cantieri dell’azienda.
Al centro del racconto dell’investigatore c’è l’ex responsabile dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Finale, Giulio Gerrini, già condannato in abbreviato per Aemilia a 2 anni e 4 mesi. Il geometra dipendente del Comune di Finale «era un super responsabile con pieni poteri che nel corso degli anni ha esercitato un monopolio incontrastato nei lavori comunali a Finale - ha detto Costantino - privilegiando determinate ditte, come la Bianchini ma non solo. Tutto questo sullo sfondo della criminalità organizzata calabrese che si era avvantaggiata dal rapporto tra Bianchini e Gerrini. Il terremoto aveva portato a un incremento esponenziale del lavoro gestito da Gerrini così come della visibilità del suo operato e delle irregolarità commesse».
Oltre alle intercettazioni acquisite dagli investigatori e depositate agli atti, ci sono anche i verbali degli interrogatori «da parte di soggetti che sono stati in grado di fornire importanti dettagli per lo sviluppo delle indagini - ha detto il maresciallo - Questi soggetti erano interni anche all’amministrazione finalese». Dal racconto del militare spuntano storie di paese, legami sorti data anche la vicinanza tra imprese e amministrazioni locali. In una delle intercettazioni, fatte sentire in aula, Gerrini anticipa a Bianchini alcuni lavori da mettere poi in gara. «Rapporti che non sono da ricondurre a prassi consolidata per abitudine ma a un sistema illegittimo di gestione degli appalti in cui il geometra era il dominus».
Un excursus sui 30 anni di legami, forti e consolidati con la politica locale e altre imprese del territorio: per Augusto Bianchini erano un vanto e saranno parte della tesi difensiva. Ma Bianchini aveva sinergie importanti anche con i colossi dell’edilizia regionale: per Cmc Ravenna realizzò in subappalto parte della lottizzazione delle nuove scuole elementari di Finale e per la coop Unieco lavorò, sempre in subappalto, all’urbanizzazione del parcheggio e dei terreni su cui ora sorgono palasport, scuole medie e Maf, confermando il sibillino consiglio di Gerrini («È meglio che non vinci le gare, ma lavori in subappalto»).