Gazzetta di Reggio

Reggio

«Giusto risentirlo è stato minacciato» 

di Tiziano Soresina e Alberto Setti
«Giusto risentirlo è stato minacciato» 

Oggi torna in aula l’ex muratore costituito parte civile Zavatti (Cgil): «Anche la Dda pensa che ora abbia paura»

18 aprile 2017
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REGGIO EMILIA. Come deciso dalla Corte nell’ultima udienza, oggi verrà nuovamente sentito il 33enne Antonio – l’ex muratore campano della ditta Bianchini si è costituito parte civile tramite l’avvocato mantovano Andrea Giubertoni – che nella scorsa “puntata” del maxi processo Aemilia si è rifiutato di proseguire il controesame da parte degli avvocati del suo ex datore di lavoro che è uno dei principali imputati.
Una riconvocazione del teste nella inconfessabile speranza che qualcuno gli faccia comprendere che deve assolutamente chiudere la sua deposizione, anche alla luce di quello che gli ha detto – in aula – il presidente Francesco Caruso: «La sua testimonianza è decisiva per questo processo».
Sempre giovedì scorso Antonio, una volta abbandonata l’aula-bunker, aveva dato in un primo momento la sua diponibilità a proseguire la testimonianza dopo la consueta sosta per il pranzo, per poi rifiutarsi di nuovo a deporre.
Giovedì si era rivelata sofferta pure la testimonianza del 35enne Emanuele, pure lui ex muratore campano della Bianchini Costruzioni. «Cosa ho pensato? Quello che hanno pensato tutti attorno a me – commenta Franco Zavatti, responsabile regionale per la legalità della Cgil – cioè avvocati di parte civile inclusi, così come il pubblico ministero della Dda che ha espressamente parlato di “testimone che ha paura”. Il giudice ha fatto bene a non infierire, dandogli la possibilità di riflettere e di tornare. Dei tredici operai individuati nelle indagini come operai, solo due hanno voluto e trovato il coraggio di testimoniare. Uno è anche costituito parte civile, segno che è intenzionato a chiedere il risarcimento dei danni che ha patito: parliamo di persone pagate 5 euro all’ora, private, secondo le loro stesse denunce, di tanti diritti di lavoratori. Persone minacciate, intimorite, costrette a recarsi fino a Montecchio per ritirare la busta paga, in un capannone, la sera alle 21...».