«Ma la ’ndrangheta continua a fare affari»
Brescello, Enrico Bini all’assemblea antimafia: «Aemilia dimostra l’effetto sull’economia regionale»
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BRESCELLO. Assemblea sulle mafie ieri sera a Brescello, moderata dal giornalista Donato Ungaro. Al tavolo dei relatori in avvio c’erano Fiorenza Brioni, l’ex sindaco di Mantova, ed Enrico Bini, sindaco di Castelnovo Monti e presidente dell’Unione Comuni dell’Appennino reggiano.
Sabrina Natali di “Agende Rosse”, movimento che ha organizzato l’incontro, ha letto una relazione sull’ingresso della ’ndrangheta a Brescello. Ha citato gli anni in cui erano sindaci Ermes Coffrini 1985- 2004), Giuseppe Vezzani (2004-14) e Marcello Coffrini, per 10 anni assessore ai lavori pubbici della giunta Vezzani prima di diventare primo cittadino. Natali ha illustrato i fatti recenti, che un anno fa hanno portato al commissariamento del Comune, e ha citato la polemica su una variante, autorizzata dal sindaco Vezzani, relativa all’approvazione del quartiere costruito tra le vie Repubblica e Moro, da parte di una ditta di Cutro, con legami di parentela con Nicolino Grande Aracri. L’area fu trasformata da produttiva a residenziale. Nel 2009 uscì un articolo su situazioni “poco chiare”, e all’epoca il sindaco organizzò un’assemblea per negare l’esistenza di circostanze anomale. Natali ha chiuso affermando di seguire il processo Aemilia, i cui aggiornamenti vengono postati sulla pagina Facebook “Processo Aemilia”.
Ungaro ha dato la parola a Brioni e Bini chiedendo se la mafia non esiste. L’ex sindaca di Mantova ha ricordato la sua esperienza (bloccò una maxi-lottizzazione e ricevette una busta con 17 proiettili). Il giorno in cui perse le successive elezioni, ha ricordato che alcuni cutresi spararono in aria per festeggiare la vittoria del suo avversario. Bini ha risposto: «Basterebbe venire ad assistere al processo Aemilia per capire cosa è successo all’economia dell’Emilia Romagna a causa delle infiltrazioni mafiose». Bini ha aggiunto che, «nonostante il processo, la ’ndrangheta continua a riciclare denaro sporco e a portare i suoi loschi affari». (m.p.)
Sabrina Natali di “Agende Rosse”, movimento che ha organizzato l’incontro, ha letto una relazione sull’ingresso della ’ndrangheta a Brescello. Ha citato gli anni in cui erano sindaci Ermes Coffrini 1985- 2004), Giuseppe Vezzani (2004-14) e Marcello Coffrini, per 10 anni assessore ai lavori pubbici della giunta Vezzani prima di diventare primo cittadino. Natali ha illustrato i fatti recenti, che un anno fa hanno portato al commissariamento del Comune, e ha citato la polemica su una variante, autorizzata dal sindaco Vezzani, relativa all’approvazione del quartiere costruito tra le vie Repubblica e Moro, da parte di una ditta di Cutro, con legami di parentela con Nicolino Grande Aracri. L’area fu trasformata da produttiva a residenziale. Nel 2009 uscì un articolo su situazioni “poco chiare”, e all’epoca il sindaco organizzò un’assemblea per negare l’esistenza di circostanze anomale. Natali ha chiuso affermando di seguire il processo Aemilia, i cui aggiornamenti vengono postati sulla pagina Facebook “Processo Aemilia”.
Ungaro ha dato la parola a Brioni e Bini chiedendo se la mafia non esiste. L’ex sindaca di Mantova ha ricordato la sua esperienza (bloccò una maxi-lottizzazione e ricevette una busta con 17 proiettili). Il giorno in cui perse le successive elezioni, ha ricordato che alcuni cutresi spararono in aria per festeggiare la vittoria del suo avversario. Bini ha risposto: «Basterebbe venire ad assistere al processo Aemilia per capire cosa è successo all’economia dell’Emilia Romagna a causa delle infiltrazioni mafiose». Bini ha aggiunto che, «nonostante il processo, la ’ndrangheta continua a riciclare denaro sporco e a portare i suoi loschi affari». (m.p.)