Incursione notturna degli Skinheads contro la festa della Liberazione
Appesi volantini e bambolotti impiccati in centro storico. Accuse al governo e alla democrazia, ora indaga la Digos
REGGIO EMILIA. Una doppia incursione notturna del Veneto Fronte Skinheads alla vigilia della Festa della Liberazione, in due luoghi estremamente simbolici per la città: piazza Martiri del 7 Luglio e piazza XXV Aprile. Dei volantini contro i governi del dopoguerra e dei bambolotti pieni di denaro finto sono stati appesi davanti alla ex sede della Banca d’Italia, mentre altrettanti manifesti sono stati lasciati su un muro di piazza XXV Aprile.
Un gesto compiuto per sfregiare le celebrazioni di oggi in occasione della liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Liberazione che, secondo gli Skinheads, altro non è che pura retorica. «A oltre 70 anni dalla fine della guerra civile la tanto paventata democrazia – si legge nei volantini appesi in centro storico – ci ha regalato una serie di libertà devastanti. La libertà di svendere la nostra identità nazionale, di rinunciare alla nostra storia, di essere asserviti ai pruriti della finanza internazionale, di morire per interesse extranazionali, di essere invasi per assecondare i diktat del libero mercato».
La finanza e le banche, quindi, sono al centro delle critiche delle teste rasate che, non ha caso, hanno scelto piazza Martiri del 7 luglio. Per colpire contemporaneamente due simboli: la memoria dei cinque operai reggiani morti durante la manifestazione sindacale del 1960, e la Banca d’Italia.
E proprio dove ogni giorno entrano le guardie giurate, infatti, che gli Skinheads hanno lasciato i volantini e una specie di bambolotto – due guanti modellati a forma di sagoma umana – impiccati e ricolmi di finte banconote.
Altri volantini invece, questa volta senza l’impiccato, sono stati appesi in piazza XXV Aprile. Il contenuto sempre lo stesso, attacchi alla Liberazione e al sistema democratico italiano. Lo stesso sistema democratico che però permette a loro, e a tutti, di esprimere le loro idee nel rispetto della legge.
E parlando proprio di legge, per vederci chiaro su questo gesto palesemente provocatorio degli Skinheads la Digos ha requisito i materiali esposti dal gruppo veneto.