25 aprile, fra cortei e cappelletti tutta Reggio celebra la Liberazione dal nazifascismo
Partecipatissime le celebrazioni per il 72° anniversario della Liberazione in tutta la provincia. Fra ricordi dei partigiani, visite ufficiali e pranzi in compagnia
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REGGIO EMILIA. Il 25 aprile 1945, quando il Comitato di liberazione nazionale Alta Italia proclamò da Milano l'insurrezione generale contro i nazifascisti, Reggio era già stata liberata il giorno prima. Quella data, scelta per l'anniversario ufficiale, a 72 anni di distanza rinnova la memoria di un evento cruciale a cui si deve l'affermazione in Italia della democrazia.
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Nella nostra città, medaglia d'oro della Resistenza, la festa della Liberazione è stata sempre celebrata con la massima solennità e partecipazione.
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Le associazioni partigiane sono impegnate a colmare con le rievocazioni storiche, alla mattina in città nel pomeriggio a Casa Cervi, l'inevitabile venir meno delle testimonianze dirette dei protagonisti di quell'epopea.
Alle celebrazioni a Reggio Emilia hanno preso parte numerosi cittadini. Dopo la messa di suffragio celebrata in Ghiara da don Giuseppe Dossetti, il corteo ha marciato per le strade della città accompagnato dalla Banda filarmonica Città del Tricolore, fino alla deposizione delle corone ai monumenti alla Resistenza e ai Caduti di tutte le guerre.
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Quindi si sono svolti gli interventi del sindaco Luca Vecchi, del presidente della Provincia Giammaria Manghi, dell'onorevole Danilo Morini presidente di Alpi Apc in rappresentanza della Associazioni partigiane e degli studenti Beatrice Cottafavi, Chiara Ferretti e Maria Cristina Blancato (del Liceo Canossa) e Luca Costi (dell'Iti Nobili), che hanno partecipato al Viaggio della Memoria 2017.
La Resistenza è stata ricordata anche nelle frazioni. I caduti di villa Ospizio sono stati commemorati alle 9.30 con un ritrovo presso il monumento a loro dedicato, promosso dalle associazioni partigiane e dalla parrocchia di San Francesco da Paola.
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A Villa Cella, invece, è stata celebrata alle 10 una messa nella chiesa parrocchiale. Poi alle 11,30 un corteo promosso dal locale comitato per le celebrazioni del 25 aprile si è recato al monumento ai caduti di via Cella all'Oldo.
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Anche nel 2017 poi le Cucine del Popolo di Massenzatico hanno celebrato il 25 aprile con gli ormai celebri cappelletti antifascisti preparati dalle rezdore della zona nelle scorse settimane, con pesto, pasta e piegature tutte fatte rigorosamente a mano. Dalle 10 sino a sera il cuore dell'evento è la zona del circolo La Paradisa in via Beethoven che ospiterà banchetti, stand, musica, spazi bambini e tanti spettacoli.
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Le celebrazioni del 25 aprile hanno poi toccato l'apice nel pomeriggio a Casa Cervi, nella campagna fra Campegine e Gattatico. I tantissimi volontari, gli ospiti autorevoli e le delegazioni italiane e straniere hanno rinnovato l'omaggio al sacrificio dei sette fratelli e ai valori dell'antifascismo, della legalità e della pace.
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Alle 14.30 la commemorazione è stata aperta da Albertina Soliani, presidente dell'istituto Cervi, Giammaria Manghi, presidente della Provincia, e Luca Vecchi, sindaco di Reggio. Alle 16 ha preso la parola il partigiano Giglio Mazzi, il più giovane gappista reggiano. Per tutta la giornata funzioneranno gli stand di ristoro e si susseguiranno i concerti di gruppi musicali.
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"Non è solo un momento di celebrazione della memoria - ha detto Luca Vecchi dal palco di piazza Martiri del 7 luglio _ ma è la consapevolezza profonda che in quelle vicende vi si trova ancora oggi il fondamento etico di una nazione che poi ha trovato il suo approdo naturale nella Costituzione repubblicana del 1948. I principi costituzionali sono la Carta Fondamentale e sono il frutto del 25 aprile del 1945. Il riferimento morale su cui si base il livello di civiltà e il patto di convivenza del nostro paese".
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"Chi erano i partigiani? - prosegue Vecchi - Con le parole di Bob Kennedy, potremmo dire che erano ragazzi giovani che sognavano cose che non sono mai state e hanno deciso di realizzarle. Nessuno di loro, per ragioni anagrafiche, aveva visto la democrazia e la libertà. E nessuno di loro aveva vissuto la democrazia e la libertà come la viviamo noi oggi. Eppure, hanno scelto, con coraggio, di lottare e combattere, con privazioni inimmaginabili, con tormenti atroci, arrivando fino a mettere nel conto la perdita della vita. Sono caduti loro per dare a noi libertà e democrazia".
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Profonde anche le parole del presidente della provincia: "In questo 25 aprile, a 72 anni dalla liberazione dal nazi-fascismo e dagli orrori dei campi di sterminio, l’Europa è nuovamente attraversata da inquietanti impeti di marcato respiro nazionalista e da gravi fatti di sangue ai quali speravamo di non dover assistere più. Affiora nuovamente, in modo nitido purtroppo, una tendenza progressiva e generale nei governi e in diverse forze politiche europee a orientarsi sempre più verso una visione autarchica di ispirazione protezionista e verso una diminuzione della collaborazione e cooperazione tra i popoli, in direzione di una supposta stagione nuova e di un ordine nuovo".
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"Un ordine assai discutibile e pericoloso - ha continuato Manghi - improntato alla chiusura economica e sociale, ai muri e al mercantilismo. Furono proprio questi i prodromi - abbiamo il dovere, anche morale, di ricordarlo sempre - che consentirono, negli anni ’20 e ’30 del secolo passato, l’affermazione e l’ascesa al potere di movimenti eversivi e autoritari, che portarono i nostri Paesi al naufragio della Seconda Guerra Mondiale".
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"È giusto e necessario afferire di nuovo alla lezione del passato - ha concluso Manghi - di una storia che deve continuare a esserci maestra di vita. Non possiamo permettere che inquietudine e sofferenza, come di fronte alla notizia di nuovi vili attacchi terroristici quale quello accaduto giovedì scorso a Parigi, ci portino a dimenticarla. Dobbiamo sempre ricordare che il nazionalismo e le politiche di potenza, l’esclusione sociale e l’odio aggravano irrimediabilmente, anziché risolvere, i problemi dei nostri Paesi"