Gazzetta di Reggio

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Aemilia, Gibertini fa scena muta: per lui parla il “memoriale”  

di Tiziano Soresina
Aemilia, Gibertini fa scena muta: per lui parla il “memoriale”  

Il volto tv reggiano non parla ma è acquisita la sua confessione. Ok dei detenuti allo sciopero: saltano due udienze

29 aprile 2017
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REGGIO EMILIA. Marco Gibertini non parla, ma spunta un suo memoriale ora agli atti del maxi processo Aemilia. E per sciogliere questo “nodo” ci sono volute – ieri – due ore e mezza all’interno di un’udienza-fiume chiusasi solo in serata. La deposizione del volto tv reggiano – condannato in primo grado a 9 anni e 4 mesi per concorso esterno al clan Grande Aracri – era attesissima, ma allo stesso tempo si preannunciava delicata, perché il 51enne è finito nell’operazione antimafia come figura trasversale per la cosca, con entrature e conoscenze a Reggio in ambito politico, imprenditoriale e naturalmente nell’ambiente legato ai mass media.

C’è voluta un’ora e mezza alla Corte per prendere una decisione sulla bagarre legale scatenatasi nel tardo pomeriggio, quando Gibertini – elegante nel suo completo blu, piuttosto dimagrito e con un filo di voce quando risponde alle poche domande che gli vengono poste – si siede davanti ai giudici per la deposizione. Non è ancora chiaro se si avvarrà o meno della facoltà di non rispondere, che già si scatena il botta e risposta fra il pm antimafia Marco Mescolini (che vorrebbe solo depositare il memoriale e limitarsi a chiedere al testimone se lo riconosce come suo) e diversi avvocati difensori.

Tutti i legali sono concordi nell’acquisizione del memoriale, ma allargano il campo. Verrà accolta dalla Corte la richiesta sul memoriale, ma pure quella dell’avvocato Noris Bucchi (difensore dell’imprenditore reggiano Mirco Salsi) – a cui si è associato il legale Stefano Vezzadini (che difende Gianluigi Sarcone) – focalizzata a far entrare nel processo (come prova a discarico) anche il verbale dell’interrogatorio che Gibertini rese al pm Mescolini il 14 maggio di due anni fa. «Per completezza istruttoria – rimarca Bucchi – questo verbale è molto importante in quanto richiama, oltre al memoriale, precedenti dichiarazioni di Gibertini e completa il quadro».

Altri difensori chiedono d’inserire nel processo Aemilia anche i resoconti degli interrogatori resi dal volto tv davanti al pm Valentina Salvi nell’ambito dell’inchiesta Octopus (non ancora chiusasi), in cui lui viene inquadrato come una figura-chiave in un giro di fatture false da ben 33 milioni di euro.

«Alcuni interrogatori di Octopus sono fondamentali per capire le dinamiche di questo processo» rimarcano alcuni difensori, ma la Corte sarà di diverso avviso e rigetta la richiesta ritenendo «quei verbali – è lapidario il presidente Francesco Caruso – privi di rilevanza in questa sede». Come si desume dalle parole risuonate in aula, il memoriale di Gibertini fu presentato nel maggio 2015 e venne valutato positivamente dal Riesame di Bologna che scarcerò il 51enne (da allora è agli arresti domiciliari), in quanto l’aver chiarito nomi e situazioni è la dimostrazione di voler collaborare con la giustizia, contribuendo alle indagini di Aemilia ai tempi ancora in corso.

Dopo questo lungo momento di difficoltà procedurale, viene richiamato in aula Gibertini che è assistito dall’avvocato Andrea Stivala. La Corte ha definito anche la sua posizione, come gli scandisce il presidente Caruso: «Lei verrà sentito come imputato di reato connesso, quindi può anche avvalersi della facoltà di non rispondere». Un rapido sguardo del testimone al suo difensore, poi la secca risposta: «Sì, mi avvalgo».

Ma per Gibertini non è finita qui, perché quando ha già lasciato l’aula viene nuovamente chiamato indietro, perché la sua testimonianza non è stata richiesta solo dall’accusa, ma anche da alcuni imputati. E si ripete il copione, Gibertini guarda velocemente il suo legale, poi conferma che intende avvalersi della facoltà di non rispondere anche negli altri casi.

Sono già trascorse quasi 11 ore dall’inizio dell’udienza ma è ancora tempo di schermaglie legali. E non è cosa da poco, perché l’avvocato Bucchi si fa portavoce dei detenuti e comunica alla Corte che ha ricevuto da chi è dietro le sbarre il via libera di aderire allo sciopero dei penalisti in arrivo la prossima settimana. Una presa di posizione che era nell’aria, dopo che nell’udienza scorsa i detenuti avevano lasciato l’aula bunker in polemica con i giudici. Salteranno, quindi, le prossime due udienze.
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