Nasce un grande centro culturale sikh
di Ambra Prati
Correggio: la comunità indiana compra all’asta, per 297mila euro, edificio di 1.200 metri quadrati. Apertura entro l’estate
2 MINUTI DI LETTURA
CORREGGIO. Un nuovo centro culturale sikh sorgerà a Correggio in via Monsignor Bonacini 5, nella zona industriale: 1.200 metri quadrati, acquistati all’asta per un valore di quasi 300mila euro, dove la popolosa comunità indiana potrà avere un luogo di ritrovo senza dover recarsi sempre a Novellara, dove esiste l’unico tempio della Bassa reggiana.
A renderlo noto è Enzo Fontanesi, che da anni segue le comunità straniere come coordinatore Filef (Federazione italiana lavoratori emigrati all’estero), ente che si occupa degli italiani emigrati all’estero ma anche dell’inserimento degli immigrati in provincia, tra i quali l’associazione Benessere Sikh.
«L’associazione riunisce i sikh di Correggio, San Martino e Rio Saliceto: una comunità popolosa, per un totale di quasi 800 persone, la stragrande maggioranza delle quali (almeno 500) residenti a Correggio. Quello correggese è stato uno dei primi nuclei sikh, insediatosi quasi 24 anni fa. Sono ben inseriti: gli indiani, grandi lavoratori, costituiscono la forza lavoro nelle stalle e nell’agricoltura. La seconda generazione ha ormai la cittadinanza italiana – spiega Fontanesi –. La comunità correggese sikh ha voluto fare una scelta autonoma, per poter offrire un luogo di ritrovo proprio rispetto a quello di Novellara». Non solo un luogo di culto, specifica Fontanesi, perché la preghiera sarà una delle svariate iniziative. Vi saranno anche «attività per i bambini, corsi per gli studenti universitari (tutti parlano benissimo inglese, molti anche il tedesco), sport come il cricket, nonché un punto di aggregazione per le famiglie nei giorni di festa».
Quattro mesi fa la comunità correggese sikh ha acquistato ad un’asta giudiziaria un immobile in via Monsignor Bonacini 5, una laterale di via Modena: si tratta di un edificio composto da una abitazione con annessa struttura industriale, più un ampio cortile, in precedenza utilizzati dall’impresa edile Marastoni. La struttura deve essere adattata, soprattutto per quanto riguarda i servizi, a un utilizzo collettivo. Perciò Fontanesi, per conto dell’associazione, ha incaricato il geometra Daniele Albarelli. Quest’ultimo ha fissato un incontro con il vicesindaco, che si terrà giovedì prossimo, 4 maggio, per «fare il punto della situazione e stabilire, a livello burocratico, che tipo di modifiche attuare – conclude Fontanesi –. Un imprenditore della zona ha già espresso soddisfazione, perché l’area industriale è sguarnita di notte, mentre la sede sikh costituirà un presidio».
«L’edificio è costato 297mila euro, raccolti in parte tramite una sottoscrizione interna alla comunità (ognuno ha donato qualcosa) e in parte tramite mutuo bancario – dice Sarao Sharmjit, la presidente di Benessere Sikh, nonché titolare del ristorante indiano Curcuma in via Cecati a Reggio –. Ci teniamo ad avere una nostra “casa”. Contiamo di aprire il centro prima dell’estate».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A renderlo noto è Enzo Fontanesi, che da anni segue le comunità straniere come coordinatore Filef (Federazione italiana lavoratori emigrati all’estero), ente che si occupa degli italiani emigrati all’estero ma anche dell’inserimento degli immigrati in provincia, tra i quali l’associazione Benessere Sikh.
«L’associazione riunisce i sikh di Correggio, San Martino e Rio Saliceto: una comunità popolosa, per un totale di quasi 800 persone, la stragrande maggioranza delle quali (almeno 500) residenti a Correggio. Quello correggese è stato uno dei primi nuclei sikh, insediatosi quasi 24 anni fa. Sono ben inseriti: gli indiani, grandi lavoratori, costituiscono la forza lavoro nelle stalle e nell’agricoltura. La seconda generazione ha ormai la cittadinanza italiana – spiega Fontanesi –. La comunità correggese sikh ha voluto fare una scelta autonoma, per poter offrire un luogo di ritrovo proprio rispetto a quello di Novellara». Non solo un luogo di culto, specifica Fontanesi, perché la preghiera sarà una delle svariate iniziative. Vi saranno anche «attività per i bambini, corsi per gli studenti universitari (tutti parlano benissimo inglese, molti anche il tedesco), sport come il cricket, nonché un punto di aggregazione per le famiglie nei giorni di festa».
Quattro mesi fa la comunità correggese sikh ha acquistato ad un’asta giudiziaria un immobile in via Monsignor Bonacini 5, una laterale di via Modena: si tratta di un edificio composto da una abitazione con annessa struttura industriale, più un ampio cortile, in precedenza utilizzati dall’impresa edile Marastoni. La struttura deve essere adattata, soprattutto per quanto riguarda i servizi, a un utilizzo collettivo. Perciò Fontanesi, per conto dell’associazione, ha incaricato il geometra Daniele Albarelli. Quest’ultimo ha fissato un incontro con il vicesindaco, che si terrà giovedì prossimo, 4 maggio, per «fare il punto della situazione e stabilire, a livello burocratico, che tipo di modifiche attuare – conclude Fontanesi –. Un imprenditore della zona ha già espresso soddisfazione, perché l’area industriale è sguarnita di notte, mentre la sede sikh costituirà un presidio».
«L’edificio è costato 297mila euro, raccolti in parte tramite una sottoscrizione interna alla comunità (ognuno ha donato qualcosa) e in parte tramite mutuo bancario – dice Sarao Sharmjit, la presidente di Benessere Sikh, nonché titolare del ristorante indiano Curcuma in via Cecati a Reggio –. Ci teniamo ad avere una nostra “casa”. Contiamo di aprire il centro prima dell’estate».
©RIPRODUZIONE RISERVATA