IL maxi processo
Aemilia, ora la parola passa agli imputati
Martedì tocca a Bolognino e Iaquinta. Intercettazioni: respinte le istanze delle difese
03 maggio 2017
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REGGIO. Martedì prossimo, 9 maggio, cominceranno nell’aula bunker del maxi processo Aemilia gli interrogatori degli imputati. Citati dal pm Marco Mescolini, saranno sentiti tra gli altri l’imprenditore Augusto Bianchini, Michele Bolognino (che ha dichiarato in videoconferenza di voler rispondere alle domande), Vincenzo e Giuseppe Iaquinta, oltre a Maurizio Cavedo (all’epoca poliziotto della stradale di Cremona) e Luigi Silipo. Hanno invece già anticipato che non renderanno dichiarazioni, e lo hanno confermato, Palmo e Giuseppe Vertinelli, i fratelli montecchiesi colpiti da pesanti sequestri patrimoniali. La data dell’udienza è stata fissata in una delle due ordinanze emesse ieri dal presidente della Corte Francesco Maria Caruso, al termine di una Camera di Consiglio fiume durata quasi tre ore (dalle 10 alle 13), nonostante l’aula fosse semivuota a causa del primo giorno dello sciopero dei penalisti, che proseguirà fino a venerdì 5 maggio.
La prima ordinanza ha preso atto della mobilitazione degli avvocati penalisti, che, con il consenso dei loro assistiti, protestano contro la riforma del processo penale, già approvata in Senato e in attesa del via libera della Camera.
La seconda ordinanza di Caruso ha risposto all’opposizione di alcuni difensori, in particolare dell’avvocato di Bianchini Giulio Garuti, che hanno chiesto di procedere all’esame degli imputati solo dopo il completamento delle operazioni di trascrizione delle intercettazioni telefoniche, sulle quali si fonda gran parte delle accuse. Un refrain, questo delle trascrizioni parziali, che viene ripetuto da più un anno, ma ora che è finito sia l’esame delle parti civili sia dell’accusa le difese sono tornaste all’attacco. Caruso ha respinto l’istanza e disposto che «nessuna compromissione del diritto di difesa può derivare dall'impossibilità materiale, dovuta alla smisurata mole di intercettazioni da trascrivere, di avere a disposizione la trascrizione integrale delle stesse», sottolineando che di volta in volta i legali, per contestualizzare, potranno fare richiesta di ascoltare in aula le registrazioni. Decisione che potrebbe dare la stura a un’opera di ostruzionismo da parte delle difese. (am.p.)
La prima ordinanza ha preso atto della mobilitazione degli avvocati penalisti, che, con il consenso dei loro assistiti, protestano contro la riforma del processo penale, già approvata in Senato e in attesa del via libera della Camera.
La seconda ordinanza di Caruso ha risposto all’opposizione di alcuni difensori, in particolare dell’avvocato di Bianchini Giulio Garuti, che hanno chiesto di procedere all’esame degli imputati solo dopo il completamento delle operazioni di trascrizione delle intercettazioni telefoniche, sulle quali si fonda gran parte delle accuse. Un refrain, questo delle trascrizioni parziali, che viene ripetuto da più un anno, ma ora che è finito sia l’esame delle parti civili sia dell’accusa le difese sono tornaste all’attacco. Caruso ha respinto l’istanza e disposto che «nessuna compromissione del diritto di difesa può derivare dall'impossibilità materiale, dovuta alla smisurata mole di intercettazioni da trascrivere, di avere a disposizione la trascrizione integrale delle stesse», sottolineando che di volta in volta i legali, per contestualizzare, potranno fare richiesta di ascoltare in aula le registrazioni. Decisione che potrebbe dare la stura a un’opera di ostruzionismo da parte delle difese. (am.p.)