Gazzetta di Reggio

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Reggio Emilia, con Unipol le coop puntano forte su Bper

di Enrico Lorenzo Tidona
Reggio Emilia, con Unipol le coop puntano forte su Bper

Il gruppo bancario e assicurativo controllato dal sistema raddoppia la partecipazione salendo al 10% della popolare

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REGGIO EMILIA. «Si può trovare moglie anche lontano da casa». L’amministratore delegato del colosso Unipol, Carlo Cimbri, ha risposto così, meno di un mese fa, a chi gli ha chiesto se la candidata naturale per convolare a nozze di Unipol Banca fosse Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (Bper).
L’aver allontanato l’idea dello sposalizio d’affari non ha ridotto però l’interesse attorno all’operazione così come quello degli investitori sui due titoli quotati in Borsa.
Nessuno lo può dire ma molti lo pensano: un matrimonio tra Unipol Banca e Bper è un sogno targato Emilia. E le coop rosse che controllano Unipol vedono di buon occhio ogni ulteriore allargamento del perimetro, a patto che l’azionista sia poi ripagato a dovere. Ma il sogno forse tale rimarrà per sempre, viste le tirate di freno a mano operate in questi giorni dai capi delle due banche. La necessità di Unipol Banca di recuperare margini e aumentare il suo peso, così come di Bper di crescere anche per linee esterne, rende il sogno emiliano tra i più coccolati di questi mesi. Non parliamo infatti di due estranei. Anzi. Unipol è già il principale azionista di Bper e circa una settimana fa ha compiuto un significativo balzo nell’azionariato, salendo dal 5% al 10%. Non solo. È già in atto da tempo una sinergia commerciale: Bper vende infatti i prodotti del ramo assicurativo di Unipol. I legami industriali tra Bologna e Modena, come avvertito da più parti in questi giorni, sembrano sempre più fitti. A mettere le mani avanti, però, è stato due giorni fa l’ad di Bper, Alessandro Vandelli, che nega l’interesse specifico per una integrazione con Unipol Banca. Un fatto è certo: dentro Unipol decide Cimbri e l’interesse industriale prevale sulla politica. Ciò non toglie, però, che tra i membri dei 21 consigli di amministrazione ci sono i “senatori” del sistema della cooperazione rossa. Il 31,4% dell’azionariato del gruppo Unipol è in mano alla cassaforte Finsoe, controllata per il 34% da Alleanza 3.0 e per il 23% da Holmo spa, fino ai frammenti in mano a ex colossi come i reggiani Ccpl e Unieco. Sempre Alleanza 3.0 conta poi una partecipazione diretta del 9,6% in Unipol. Per Alleanza 3.0 ci sono infatti in cda del gruppo finanziario il reggiano Paolo Cattabiani (ex presidente di Legacoop Emilia-Romagna e Coop Nordest) e Adriano Turrini (Coop Adriatica). Facile intuire l’interesse per le aggregazioni: Unipol, tramite Finsoe, assicura alle coop oltre 20 milioni di dividendi l’anno. La vera gallina d’oro sulla quale puntare.