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Reggio Emilia, la vetrina tappezzata: ''Soldi ai profughi e a mia madre 500 euro''

di Chiara Cabassa
Reggio Emilia, la vetrina tappezzata: ''Soldi ai profughi e a mia madre 500 euro''

Una vetrina di via Emilia San Pietro tappezzata di annunci legali della Prefettura. Si raccolgono firme contro il bando d’accoglienza che scade in questi giorni

24 maggio 2017
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REGGIO EMILIA. La vetrina di un negozio dismesso del centro storico completamente tappezzato di annunci legali relativi al bando per accoglienza ed assistenza cittadini stranieri della Prefettura. Al centro, su un foglio, l’eloquente scritta “10.400.000 euro per aiutare 2.300 extracomunitari, 4.520 euro a persona, mia mamma prende 500 euro”. Accanto, un altro pezzo di carta in cui si legge “raccolta firme”. In calce, una decina di sottoscrizioni.

Siamo in via Emilia San Pietro 39, in pieno centro storico, all’altezza di Palazzo Ruini. Qui è in corso una raccolta firme a dir poco sui generis che in poche ore è diventata virale. Non tanto per il numero di firme raccolte. Ma per la quantità di post apparsi sulle bacheche Facebook di tantissimi reggiani. Che, al di là dei commenti, degli emoticon e delle condivisioni, si chiedono chi abbia architettato quella che è sostanzialmente una protesta contro il bando della Prefettura in dirittura d’arrivo.

In realtà è di ieri una proroga: «Si rende noto – si legge sul sito della Prefettura – che per motivi organizzativi la seduta pubblica di gara, fissata per il giorno 25 maggio alle ore 10 presso i locali di questa Prefettura, per l’apertura delle buste contrassegnate dalla lettera “A” (documentazione) e lettera “B” (offerta tecnica) per la sola verifica della documentazione richiesta è rinviata”. Fatto sta che la protesta – probabilmente partita da una persona singola – sta trasformandosi in una mobilitazione con un’eco forse inaspettata.

Ieri pomeriggio, accanto alla lettera di protesta, è comparsa una seconda lettera “conciliatrice”. È firmata dal consigliere del Pd Dario De Lucia che invita l’autore della raccolta firme a presentarsi in Comune: «Conosco la sofferenza - scrive De Lucia - ma non è la guerra tra chi soffre la risposta».