viaggio della disperazione
Otto afghani nascosti nel camion
Cercano di fuggire, ma la polizia li blocca: cinque sono minorenni
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REGGIO EMILIA. Qualcuno – venerdì nel tardo pomeriggio – ha segnalato a Masone la strana presenza di otto persone attorno alla ditta Progeo e la polizia ha voluto vederci chiaro anche perché stavano tutti fuggendo verso la via Emilia.
Il camionista che era appena giunto nell’azienda con il suo carico di farina di barbabietola, ha detto agli agenti d’averli visti sbucare dal mezzo appena giunto a destinazione. L’autotrasportatore era partito mercoledì dalla Serbia e dopo due soste al confine serbo-croato e croato-sloveno (dove avevano verificato il peso del mezzo, senza però aprire il camion) e il controllo a Gorizia dei documenti, ha poi sostato per dormire in autostrada. Venerdì mattina, svegliandosi, dice di aver notato i cavi del telone sfilacciati, ma non ha dato peso alla cosa. In sostanza sostiene di non essersi accorto di nulla: non risultando imputabile, la polizia l’ha lasciato libero. Gli otto dicono di essere afgani – ma al momento su identità e nazionalità non vi è certezza – e la loro credibilità è anche minata dal fatto che hanno dichiarato agli agenti di essere tutto minorenni, per poi in tre essere “smascherati” in ospedale (hanno sui vent’anni) tramite una radiografia del polso che dà con buona approssimazione l’età dell’individuo. Probabilmente sanno che in Italia per i profughi minorenni scatta l’iter previsto per l’accoglienza (come già avvenuto per cinque affidati alle associazioni competenti). Invece i tre maggiorenni sono stati invitati a presentarsi domani in questura per avviare le pratiche di asilo politico. Nel caso non si presentino, scatta l’espulsione. (t.s.)
Il camionista che era appena giunto nell’azienda con il suo carico di farina di barbabietola, ha detto agli agenti d’averli visti sbucare dal mezzo appena giunto a destinazione. L’autotrasportatore era partito mercoledì dalla Serbia e dopo due soste al confine serbo-croato e croato-sloveno (dove avevano verificato il peso del mezzo, senza però aprire il camion) e il controllo a Gorizia dei documenti, ha poi sostato per dormire in autostrada. Venerdì mattina, svegliandosi, dice di aver notato i cavi del telone sfilacciati, ma non ha dato peso alla cosa. In sostanza sostiene di non essersi accorto di nulla: non risultando imputabile, la polizia l’ha lasciato libero. Gli otto dicono di essere afgani – ma al momento su identità e nazionalità non vi è certezza – e la loro credibilità è anche minata dal fatto che hanno dichiarato agli agenti di essere tutto minorenni, per poi in tre essere “smascherati” in ospedale (hanno sui vent’anni) tramite una radiografia del polso che dà con buona approssimazione l’età dell’individuo. Probabilmente sanno che in Italia per i profughi minorenni scatta l’iter previsto per l’accoglienza (come già avvenuto per cinque affidati alle associazioni competenti). Invece i tre maggiorenni sono stati invitati a presentarsi domani in questura per avviare le pratiche di asilo politico. Nel caso non si presentino, scatta l’espulsione. (t.s.)