la crisi della giustizia
Magistrati onorari in sciopero, il tribunale va in affanno
Disagi in più settori per la protesta dei giudici e vice procuratori non togati contro la riforma: «È degradante»
11 giugno 2017
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REGGIO EMILIA. Non sono mancati neppure in tribunale a Reggio i notevoli disagi legati alla magistratura onoraria che da un mese è decisamente sul piede di guerra perché contraria alla riforma (non ancora attuata) ritenuta non solo «degradante» per le professionalità coinvolte, ma che «distrugge un servizio essenziale come la giustizia».
Lo sciopero proclamato a livello nazionale vede attivi in questo braccio di ferro sia i giudici di pace (l’astensione termina oggi ed è partita il 15 maggio), sia giudici e vice procuratori onorari (got e vpo hanno scioperato in quest’ultima settimana). Una protesta ovviamente rimbalzata anche a Reggio e stiamo perciò parlando di una forza-lavoro non indifferente nel nostro palazzo di giustizia: 8 giudici di pace, 10 giudici onorari (che vanno in udienza in ambito sia penale che civile) e 8 vice procuratori onorari.
Quindi lo stato di agitazione di chi non è togato si è fatto sentire – e non poco – anche nel foro reggiano, con disagi palpabili nei processi penali e civili, nelle esecuzioni mobiliari, nel settore locazioni e sfratti. Molto nere, se non cambieranno le cose, le prospettive per la magistratura onoraria, da anni diventata però basilare per l’amministrazione della giustizia. «Nel futuro i giudici di pace – lancia l’allarme l’Unione che li rappresenta – dovranno lavorare come schiavi tutti i giorni, festivi compresi, non meno di 10-12 ore al giorno, per percepire emolumenti netti mensili intorno ai 600-700 euro, somme che neppure basterebbero per pagare bollette e spese di sopravvivenza». Non molto diversa la situazione dei got e vpo: «La riforma voucherizza la prestazione dei magistrati onorari – fanno sapere – riducendo a due giorni a settimana il loro impiego, ma secondo alcune interpretazioni si tratta di un impegno bisettimanale solo sulla carta, perché si tratterebbe di due udienze a settimana, mentre il resto dell’attività, cioè motivazione delle sentenze e studio dei fascicoli, non sarebbe computato come lavoro, tutto per 7-800 euro netti al mese!».
Diversi dirigenti degli uffici giudiziari si sono mossi, bocciando la riforma. Uno di questi è Francesco Caruso, ex presidente del tribunale di Reggio ora alla guida di quello bolognese: «Piena adesione alla richiesta di stabilizzazione della posizione dei magistrati onorari – rimarca – che da molti anni svolgono, spesso in via esclusiva e con elevata professionalità, un’attività preziosa ed irrinunciabile all’amministrazione della giustizia». Sulla battaglia dei magistrati onorari c’è ora anche una petizione di respiro continentale. Ogni cittadino dell’Unione europea può infatti registrarsi sul portale del Parlamento europeo e una volta ottenuta la conferma è possibile andare sulla pagina in cui è pubblicata la petizione e dichiarare il proprio sostegno. C’è un link di riferimento (https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/it/registration/register#registerFrm) e l’operazione è di pochi minuti.(t.s.)
Lo sciopero proclamato a livello nazionale vede attivi in questo braccio di ferro sia i giudici di pace (l’astensione termina oggi ed è partita il 15 maggio), sia giudici e vice procuratori onorari (got e vpo hanno scioperato in quest’ultima settimana). Una protesta ovviamente rimbalzata anche a Reggio e stiamo perciò parlando di una forza-lavoro non indifferente nel nostro palazzo di giustizia: 8 giudici di pace, 10 giudici onorari (che vanno in udienza in ambito sia penale che civile) e 8 vice procuratori onorari.
Quindi lo stato di agitazione di chi non è togato si è fatto sentire – e non poco – anche nel foro reggiano, con disagi palpabili nei processi penali e civili, nelle esecuzioni mobiliari, nel settore locazioni e sfratti. Molto nere, se non cambieranno le cose, le prospettive per la magistratura onoraria, da anni diventata però basilare per l’amministrazione della giustizia. «Nel futuro i giudici di pace – lancia l’allarme l’Unione che li rappresenta – dovranno lavorare come schiavi tutti i giorni, festivi compresi, non meno di 10-12 ore al giorno, per percepire emolumenti netti mensili intorno ai 600-700 euro, somme che neppure basterebbero per pagare bollette e spese di sopravvivenza». Non molto diversa la situazione dei got e vpo: «La riforma voucherizza la prestazione dei magistrati onorari – fanno sapere – riducendo a due giorni a settimana il loro impiego, ma secondo alcune interpretazioni si tratta di un impegno bisettimanale solo sulla carta, perché si tratterebbe di due udienze a settimana, mentre il resto dell’attività, cioè motivazione delle sentenze e studio dei fascicoli, non sarebbe computato come lavoro, tutto per 7-800 euro netti al mese!».
Diversi dirigenti degli uffici giudiziari si sono mossi, bocciando la riforma. Uno di questi è Francesco Caruso, ex presidente del tribunale di Reggio ora alla guida di quello bolognese: «Piena adesione alla richiesta di stabilizzazione della posizione dei magistrati onorari – rimarca – che da molti anni svolgono, spesso in via esclusiva e con elevata professionalità, un’attività preziosa ed irrinunciabile all’amministrazione della giustizia». Sulla battaglia dei magistrati onorari c’è ora anche una petizione di respiro continentale. Ogni cittadino dell’Unione europea può infatti registrarsi sul portale del Parlamento europeo e una volta ottenuta la conferma è possibile andare sulla pagina in cui è pubblicata la petizione e dichiarare il proprio sostegno. C’è un link di riferimento (https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/it/registration/register#registerFrm) e l’operazione è di pochi minuti.(t.s.)