Ora lo "scoglio" dei mille testimoni
Tante sono le deposizioni indicate dalle difese al maxi processo
Sabato il difficile accordo tra Corte e avvocati per sveltire i tempi
Sabato il difficile accordo tra Corte e avvocati per sveltire i tempi
REGGIO EMILIA. È ormai chiaro da tempo che il maxi processo Aemilia è una vera e propria corsa ad ostacoli – spesso imprevisti – ed ora nell’aula-bunker si sta materializzando uno degli ostacoli più grossi, cioè l’approdo alle testimonianze richieste dagli avvocati difensori. Stiamo infatti parlando di un migliaio di persone che, sulla carta, dovrebbero sedersi davanti alla Corte per deporre.
Diciamo sulla carta, perché dopo quasi un anno e mezzo di udienze diverse cose possono essere cambiate rispetto alle liste-testimoni presentate dalle difese. Gli imputati sono ora più di 150 – rispetto agli iniziali 147, in quanto è stato “assorbito” un troncone processuale di Aemilia bis – quindi lo storico procedimento contro la ’ndrangheta emiliana si è addirittura appesantito. Ma parallelamente vi sono a livello di testimoni dei “doppioni” (cioè persone già sentite su chiamata dei pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi), inoltre l’evolversi del processo potrebbe indurre qualche avvocato difensore a rinunciare ad alcune deposizioni.
Insomma, non è ancora chiaro quale sarà il numero e il calendario dei testimoni indicati dalle difese.
Di questo delicato tema processuale se ne discuterà sabato nell’udienza in cui giudici e difensori – in contraddittorio – cercheranno di mettere nero su bianco una programmazione al momento nebulosa.
Oggi, invece, l’udienza in calendario non si terrà, in quanto lo sciopero proclamato per questa settimana dall’Unione Camere Penali non è stato revocato e nella “tappa” di due giorni fa i 22 imputati sottoposti a misure restrittive hanno dato il loro consenso all’astensione dei loro difensori. Lo sciopero degli avvocati è contro la riforma del processo penale che proprio ieri nel tardo pomeriggio è stata approvata – con il preventivo voto di fiducia – da Camera e Senato, diventando legge. Una svolta legislativa che potrebbe sfociare in altre iniziative di protesta da parte delle Camere Penali.