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Ora il punto nascite chiude per... ferie 

Ora il punto nascite chiude per... ferie 

Verso la sospensione estiva anche Pediatria. Le Cicogne: «Tutta la montagna scenda in piazza per una manifestazione» 

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CASTELNOVO MONTI. Non soltanto non sono stati ancora illustrati programmi e investimenti sul Sant’Anna, ma ora arriva all’improvviso anche la notizia della chiusura estiva di alcuni servizi dell’ospedale di Castelnovo Monti, che però, a quanto pare, potrebbe non essere l’unico in questa condizione.

Quello che è certo, tra molte incertezze riguardanti il futuro a questo punto non più limitate al punto nascite, è che l’Ausl si sta muovendo con effetti che allarmano la popolazione. E, ovviamente, arrivano reazioni fortemente irritate. Come quella del comitato “Salviamo le Cicogne”.

«Come in una brutta telenovela, sulla situazione dell’ospedale siamo al colpo di scena della sospensione delle puntate per la pausa estiva – spiega la nota delle Cicogne –. Una pausa non solo dei parti: sembra che l’intenzione sia quella di sospendere anche il servizio di Pediatria, per lo meno nei fine settimana e di notte. Sembra che la causa sia la mancanza di protagonisti: i medici. Se si sospende un servizio primario per pausa estiva ci si chiederà: dopo riaprirà? Tenere un ospedale con reparti così importanti chiusi per ferie non pensiamo sia indicato per un territorio che mira a diventare turisticamente attrattivo come le nostre bellezze paesaggistiche meriterebbero».

Prosegue la nota delle Cicogne: «I nostri sindaci, che si sono detti contrari a queste chiusure, ora cosa dicono? Sono stati messi a conoscenza di questi sviluppi del copione? Come pensano di poter sviluppare il territorio lasciando morire, silenziosamente, i servizi? Naturalmente, chiudendo il punto nascita e la Pediatra, diminuirà in modo importante la sicurezza e quindi aumenteranno notevolmente i rischi per le pazienti, in quanto sarà una continua corsa delle mamme e dei bambini a Reggio Emilia, di giorno e di notte, in modo indiscriminato. Non passeranno più dall’ospedale, se non in caso di emergenza. Chi si assumerà la responsabilità di questo? Chi, durante il tragitto per Reggio Emilia, risponderà in caso di complicanza o addirittura di parto in macchina o in ambulanza?»

Conclude la nota: «Questo è il copione, purtroppo reale, a cui si è già assistito nelle zone dove si è già chiuso o depotenziato l'ospedale intero, si veda Porretta Terme o la zona di Aulla, in Toscana. La sicurezza non sarà certamente garantita. È il momento di scendere in piazza: prepariamoci a una manifestazione di massa che coinvolga tutta la montagna».

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