Gazzetta di Reggio

Reggio

«Pesanti intimidazioni, misure rafforzate» 

«Pesanti intimidazioni, misure rafforzate» 

Il prefetto Forte spiega: «Un provvedimento a scopo precauzionale deciso dal Comitato sicurezza»

07 luglio 2017
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REGGIO EMILIA. La decisione di rafforzare le misure di protezione personali nei confronti del presidente vicario del tribunale di Reggio Emilia, Cristina Beretti è stata presa dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto.

Ed è proprio il prefetto Maria Grazia Forte che, raggiunta al telefono, conferma la scorta al magistrato Beretti da parte dei carabinieri reggiani. «Si è vero – spiega il prefetto – durante il Comitato si è deciso di rafforzare le misure di protezione personale nei confronti del presidente vicario del tribunale. Già in precedenza erano attive delle forme, diverse, di protezione nei confronti della Beretti ma alla luce di nuovi accadimenti, e su proposta del procuratore generale competente in questi casi, il Comitato ha deciso di irrobustirle ulteriormente». Sui contenuti delle minacce ricevute dalla Beretti, però, il prefetto non si sbilancia.

Le indagini, e la tutela del magistrato, vengono prima di tutto: «Sui contenuti delle intimidazioni che sarebbero state rivolte al presidente vicario – prosegue la Forte – o su come queste siano state raccolte non posso dire nulla. Si tratta di informazioni comprensibilmente segrete a indagini tra l’altro ancora in corso». Il prefetto, infine, ha voluto tranquillizzare la popolazione reggiana, comprensibilmente scossa da una notizia che rievoca brutti ricordi. «L’aumento della protezione alla Beretti – conclude – è stata una misura precauzionale non ci sono segnali particolari di grave pericolo per il magistrato. Provvedimenti come questi non è raro che vengano presi quando si tratta di persone, come il magistrato, che ricoprono ruoli delicati».

In passato momenti di tensione non sono mancati a Reggio. Nel marzo 2012 l’allora prefetto Antonella De Miro aveva ricevuto una busta anonima con un proiettile calibro 7.65 e un foglio con scritte frasi minacciose al computer. Subito era stata rafforzata la sorveglianza in prefettura. (l.g.)