Dall’associazionismo alle cooperative Tutti col magistrato
di Leonardo Grilli
Stima e affetto da Anpi, sindacati, Legacoop e Agende Rosse La senatrice Mussini: «Diventi definitivamente presidente»
3 MINUTI DI LETTURA
REGGIO EMILIA. Non solo il mondo politico, istituzionale e giudiziario reggiano. La solidarietà e gli apprezzamenti nei confronti del presidente vicario del tribunale, Cristina Beretti, da qualche giorno sotto la protezione dei carabinieri per aver ricevuto pesanti minacce, sono unanimi e arrivano dai sindacati, dalle associazioni, dal mondo cooperativo. Un tam tam di messaggi di stima e affetto che è continuato anche ieri.
«Apprendiamo con sgomento del clima di minaccia che si è creato attorno al giudice Beretti – scrivono le Agende Rosse “Attilio Manca” di Bologna e “Mauro Rostagno” di Modena e Brescello – semplicemente per aver fatto il proprio dovere. Esprimiamo la totale solidarietà e vicinanza. Questo clima dovrebbe far riflettere su ciò che sta accadendo nella nostra regione, dove un Comune è stato sciolto per mafia e dove un processo che passerà alla storia per le sue dimensioni è incentrato su un’unica cosca, quella dei Grande Aracri. Pensare che nella nostra regione si contino almeno una sessantina di cosche accertate, dovrebbe far riflettere noi tutti e farci capire che il tempo di pensare che “non sia affar nostro” è ormai passato».
A stretto giro è arrivato anche il messaggio della senatrice Maria Mussini, vicepresidente del Gruppo misto, che si è unita al coro di solidarietà andando anche oltre e auspicando che «la funzione pro tempore assolta ora dal giudice Beretti possa presto diventare stabile. Non vorrei mai infatti che il sistema giustizia della nostra città si ritrovasse privato di una presenza così rassicurante rispetto alla carenza di risorse e alle difficoltà legate al processo Aemilia».
Una stima ribatita anche dai partigiani reggiani che, tramite l’Anpi provinciale di Reggio Emilia, hanno invitato a «non sottovalutare non solo le minacce, ma anche tutti i segnali, più o meno espliciti che vengono rivolti alle persone e in particolare a coloro che ricoprono cariche istituzionali. Appoggiamo pienamente chi lotta contro la criminalità, nella magistratura, nelle forze di polizia, nelle istituzioni, nel mondo associativo e si batte per l’affermazione nei principi di libertà, giustizia e legalità in attuazione dei principi della Carta Costituzionale su cui si regge il nostro paese».
Una battaglia, quella a difesa della Beretti, abbracciata all’unanimità anche da tutti i principali sindacati reggiani. «Desta particolare inquietudine – scrivono Cgil, Cisl e Uil – il fatto che le minacce ricevute dal giudice possano anche essere collegabili ai provvedimenti di sequestro alla cosca ’ndranghetista che operava in terra emiliana. È fondamentale che l’azione di tutela metta nelle condizioni il magistrato di poter svolgere nella massima serenità il processo, che ha di fronte a sé ancora lunghi e complessi mesi di lavoro».
Infine, tramite Twitter, è arrivata anche la solidarietà del mondo cooperativo. «Scorta al presidente del tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti – ha cinguettato Giovanni Monti, presidente Legacoop Emilia Romagna – vicinanza e solidarietà. Sbarrare la strada alla criminalità organizzata».
«Apprendiamo con sgomento del clima di minaccia che si è creato attorno al giudice Beretti – scrivono le Agende Rosse “Attilio Manca” di Bologna e “Mauro Rostagno” di Modena e Brescello – semplicemente per aver fatto il proprio dovere. Esprimiamo la totale solidarietà e vicinanza. Questo clima dovrebbe far riflettere su ciò che sta accadendo nella nostra regione, dove un Comune è stato sciolto per mafia e dove un processo che passerà alla storia per le sue dimensioni è incentrato su un’unica cosca, quella dei Grande Aracri. Pensare che nella nostra regione si contino almeno una sessantina di cosche accertate, dovrebbe far riflettere noi tutti e farci capire che il tempo di pensare che “non sia affar nostro” è ormai passato».
A stretto giro è arrivato anche il messaggio della senatrice Maria Mussini, vicepresidente del Gruppo misto, che si è unita al coro di solidarietà andando anche oltre e auspicando che «la funzione pro tempore assolta ora dal giudice Beretti possa presto diventare stabile. Non vorrei mai infatti che il sistema giustizia della nostra città si ritrovasse privato di una presenza così rassicurante rispetto alla carenza di risorse e alle difficoltà legate al processo Aemilia».
Una stima ribatita anche dai partigiani reggiani che, tramite l’Anpi provinciale di Reggio Emilia, hanno invitato a «non sottovalutare non solo le minacce, ma anche tutti i segnali, più o meno espliciti che vengono rivolti alle persone e in particolare a coloro che ricoprono cariche istituzionali. Appoggiamo pienamente chi lotta contro la criminalità, nella magistratura, nelle forze di polizia, nelle istituzioni, nel mondo associativo e si batte per l’affermazione nei principi di libertà, giustizia e legalità in attuazione dei principi della Carta Costituzionale su cui si regge il nostro paese».
Una battaglia, quella a difesa della Beretti, abbracciata all’unanimità anche da tutti i principali sindacati reggiani. «Desta particolare inquietudine – scrivono Cgil, Cisl e Uil – il fatto che le minacce ricevute dal giudice possano anche essere collegabili ai provvedimenti di sequestro alla cosca ’ndranghetista che operava in terra emiliana. È fondamentale che l’azione di tutela metta nelle condizioni il magistrato di poter svolgere nella massima serenità il processo, che ha di fronte a sé ancora lunghi e complessi mesi di lavoro».
Infine, tramite Twitter, è arrivata anche la solidarietà del mondo cooperativo. «Scorta al presidente del tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti – ha cinguettato Giovanni Monti, presidente Legacoop Emilia Romagna – vicinanza e solidarietà. Sbarrare la strada alla criminalità organizzata».