Dalla gabbia: «Giornalisti in galera»
L’avvocato di Sarcone attacca i mezzi d’informazione e alcuni imputati colgono la palla al balzo
14 luglio 2017
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REGGIO EMILIA. La stampa è stata il leit motiv dell’udienza di ieri. Contro l’informazione è stata intentato una specie di processo da parte di alcuni difensori. L’avvocato Vezzadini, che difende Gianluigi Sarcone, nel corso dell’esame dei testimoni a un tratto ha detto: «I giornali, anche in questo processo, scrivono cose non vere, lo vediamo tutti i giorni. L’ultima l’hanno scritta l’altro ieri». Alcuni detenuti hanno colto la palla al balzo e urlato: «Scrivono sempre cose false», «in galera». E mentre lo dicevano si rivolgevano ai cronisti presenti in aula: una breve contestazione, che non ha provocato alcuna reazione.
Il pm della Dda Marco Mescolini, di fronte all’avvocato che continuava a fare riferimento alle presunte notizie false, ha chiesto di andare oltre e non proseguire su questa linea.
L’avvocato Vezzadini nel corso dell’esame dei testimoni ha fatto riferimento più volte alla stampa che avrebbe discriminato i cutresi. In più occasioni ha parlato di generalizzazioni contro i calabresi. Non è una novità, è una tesi che viene portata avanti da alcuni coinvolti nel processo Aemilia (e non solo) da un po’ di anni. Probabilmente nell’intento di avvalorare questa linea la difesa di Sarcone ha chiamato a testimoniare Sonia Masini. Ma se l’obiettivo era quello non ha sortito l’esito sperato, perché l’ex presidente non si è prestata a questa interpretazione (a differenza di altri testimoni, tra cui Scarpino).
«Per fortuna che c’è la libera stampa che ci ha informato di quello che accadeva - ha detto la Masini-. Pregiudizio contro i calabresi? Sono i fatti che alimentano il pregiudizio, bisogna smettere di delinquere». Sonia Masini ha inoltre negato che sui giornali sia mai stata fatta «l’equazione cutrese uguale mafioso, come invece sostengono alcuni imputati e non solo. «I giornali non hanno mai sovrapposto, non c’è mai stata una campagna contro i cutresi. Piuttosto venivano fuori notizie che riguardano la mafia...». (j.d.p.)
Il pm della Dda Marco Mescolini, di fronte all’avvocato che continuava a fare riferimento alle presunte notizie false, ha chiesto di andare oltre e non proseguire su questa linea.
L’avvocato Vezzadini nel corso dell’esame dei testimoni ha fatto riferimento più volte alla stampa che avrebbe discriminato i cutresi. In più occasioni ha parlato di generalizzazioni contro i calabresi. Non è una novità, è una tesi che viene portata avanti da alcuni coinvolti nel processo Aemilia (e non solo) da un po’ di anni. Probabilmente nell’intento di avvalorare questa linea la difesa di Sarcone ha chiamato a testimoniare Sonia Masini. Ma se l’obiettivo era quello non ha sortito l’esito sperato, perché l’ex presidente non si è prestata a questa interpretazione (a differenza di altri testimoni, tra cui Scarpino).
«Per fortuna che c’è la libera stampa che ci ha informato di quello che accadeva - ha detto la Masini-. Pregiudizio contro i calabresi? Sono i fatti che alimentano il pregiudizio, bisogna smettere di delinquere». Sonia Masini ha inoltre negato che sui giornali sia mai stata fatta «l’equazione cutrese uguale mafioso, come invece sostengono alcuni imputati e non solo. «I giornali non hanno mai sovrapposto, non c’è mai stata una campagna contro i cutresi. Piuttosto venivano fuori notizie che riguardano la mafia...». (j.d.p.)