Gazzetta di Reggio

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«Il partito? Ha saputo reagire»

«Il partito? Ha saputo reagire»

Il segretario Pd sulle accuse di Sonia Masini: «Non siamo stati affatto fermi»

16 luglio 2017
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REGGIO EMILIA. «La capacità di reazione di questo partito e di questo territorio la si sta vedendo nei fatti. Dal 2014-2015, cioè da quando sono segretario e da quando è scattata l’operazione Aemilia, che ci ha reso tutti molto più consapevoli della qualità della presenza della criminalità in questo territorio, non siamo stati fermi». Si è fatta attendere più del dovuto. Ma dopo un giorno di silenzio è arrivata la replica del segretario provinciale Pd, Andrea Costa, alle parole dell’ex presidente della Provincia, Sonia Masini, che in occasione della sua deposizione come testimone nell’aula speciale del processo Aemilia ha parlato di isolamento da parte del Pd dopo le sue prese di posizione sui cutresi, invitando tutti ad una maggiore consapevolezza sui rischi del radicamento mafioso: «Aemilia non basta – ha detto Masini – la’ndrangheta si rigenera».

Parole alle quali dal Pd non sarebbero arrivati in risposta neanche attestati di solidarietà, a testimonianza della profonda rottura che nel 2014 si consumò tra l’ex presidente della Provincia e il partito nel quale aveva militato da sempre. E dal quale era uscita sbattendo la porta fra i veleni in occasione della sua mancata candidatura alle regionali.

Argomenti sui quali ieri il segretario Costa non è tornato, pur respingendo al mittente ogni accusa per quel che riguarda la scarsa consapevolezza del suo partito nel contrasto alle infiltrazioni. «Come partito non siamo stati fermi, facendo un grande lavoro di informazione presso i territori – afferma Costa – Io stesso credo di aver partecipato a più di una quarantina di iniziative pubbliche che muovevano dall’analisi degli atti relativi al processo Aemilia, per capire anche come se ne uscisse da quella situazione». Una battaglia che per Costa è stata combattuta anche con «strumenti amministrativi che i nostri sindaci hanno elaborato in sede di partito e poi attuato nei loro Comuni».

Secondo il segretario Pd, «Il fatto che abbiamo reagito prendendo di petto il problema è riconosciuto non da me, ma dalla relazione nazionale antimafia, che nella sua analisi ad inizio anno racconta come la reazione che si è avuta dal momento in cui organi politici e istituzionali locali hanno acquisito piena consapevolezza del problema è stata una condizione fondamentale per arrivare nuovamente a controllare il territorio a scapito della criminalità organizzata. Il bollino “blu” ce lo dà la direzione nazionale antimafia, proprio sulla base della reazione che abbiamo avuto». (e. spa.)