Cellulare alla guida, vizio tutto reggiano
Reggio Emilia: fra viale Timavo e viale Piave in poco più di un’ora abbiamo scoperto venti automobilisti che usavano il telefonino in auto
2 MINUTI DI LETTURA
REGGIO EMILIA. Oltre 1.800 incidenti in un anno, 34 morti, inasprimento dei controlli stradali annunciati dal prefetto e pene ancora più severe per chi infrange il codice della strada. È un giro di vite senza precedenti quello che amministrazioni e forze di polizia stanno effettuando per incrementare la sicurezza stradale e, in particolare, per contrastare il pericoloso fenomeno della guida con il cellulare. Ma i reggiani avranno recepito il messaggio? I nostri concittadini sono ligi alle regole, lasciano il telefonino in borsa, parlano solo con gli auricolari o con il bluetooth?
Per scoprirlo abbiamo pensato che l’unico modo fosse quello di verificarlo di persona e così ci siamo improvvisati vigili urbani per un giorno. Dalle 16 alle 17.30 ci siamo appostati all’incrocio fra viale Timavo, viale Piave e via Makallè, uno dei punti più trafficati anche in piena estate, e abbiamo sbirciato fra i finestrini degli automobilisti. E quello che abbiamo visto è stato un susseguirsi continuo di chiamate, sms, pagine Facebook che scorrono sugli schermi piatti degli smartphone, messaggi vocali su WhatsApp. Ogni istante è buono per prendere in mano il cellulare e distogliere lo sguardo dalla strada.
In poco più di un’ora e mezza sono stati venti gli automobilisti che abbiamo pizzicato con il telefonino: una media di circa uno ogni cinque minuti. La categoria dei conducenti più colpita da questo fenomeno di dipendenza da schermo è quella degli autisti di furgoni e furgoncini, la maggioranza fra i venti trasgressori che abbiamo visto. Nella classifica di genere invece vincono le donne che sembrano non riuscire a fare a meno del loro telefonino ma, a differenza degli uomini, si fanno più furbe e lo accendono vicino alle ginocchia, al di sotto del finestrino, cercando di non farsi vedere da un eventuale vigile urbano.
L’assuefazione da smartphone si fa poi macroscopica quando, al semaforo, scatta il rosso. È a quel punto che quasi tutti, all’unisono come in un immaginario balletto sincronizzato, prendono il proprio cellulare per scrivere in fretta qualcosa, scattarsi una foto, inviare un messaggio vocale o anche solo controllare una notifica di Facebook.
Ma questo fenomeno non riguarda solo gli automobilisti e, anzi, abbraccia i conducenti di qualunque tipo di veicolo. Non sono mancati, infatti, casi di ciclisti o motociclisti intenti a parlare al telefonino, noncuranti del fatto che sulle due ruote basti molto poco per cadere e farsi del male.
Un dato oggettivo tuttavia, che restituisce un po’ di onore ai reggiani, è la percentuale dei guidatori da noi osservati che hanno utilizzato impropriamente il telefonino. Circa uno su dieci, molto meno rispetto al 50% di trasgressori che sempre la Gazzetta aveva scoperto circa un anno e mezzo fa durante una precedente inchiesta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA