Dalla Brexit al sostegno alla diga di Vetto
Il racconto a 360 gradi del Professore: «L’immigrazione? È necessaria ma bisogna trovare il modo di controllarla»
REGGIO EMILIA. Ha spaziato tra moltissimi argomenti, al di là dei suoi “cavalli di battaglia” come l’importanza di una Europa solida e unita, Romano Prodi nel corso della presentazione martedì sera a Casina. Proprio in tema d’Europa però ha avuto quasi un dolore evidente parlando della Brexit: «L’Inghilterra ha sempre avuto un posizionamento “strabico”, guardando un po’ all’Europa e un po’ agli Stati Uniti. Anche quando ero presidente della Commissione su moltissimi aspetti volevano essere nell’UE, ma sempre con dei “distinguo” abbastanza fastidiosi. Hanno scelto di uscire ed è secondo me molto grave. Una scelta che per loro sarà pesantissima, qualcuno sta cominciando a rendersene conto tanto che ci sono intellettuali che chiedono la ripetizione del referendum, che francamente non vedo come si potrebbe intraprendere».
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E ha aggiunto: «L’uscita della Gran Bretagna, di cui si parlava da tempo, ha aumentato in Europa il peso della Germania, ma questa “dominanza” non è assolutamente positiva». L’ex presidente ha poi ripreso le critiche già espresse nei giorni scorsi su Macron: «Dopo la sua elezione abbiamo assistito a mosse preoccupanti: la posizione sui migranti di assoluta chiusura, come per l’Austria, è la dimostrazione di un primato della politica interna su una politica europea».
Sulla situazione internazionale, Prodi ha parlato anche della crisi dei migranti, ricorrendo anche in questo caso a un aneddoto: «Quando ero presidente del Consiglio, Gheddafi se aveva rivendicazioni mi telefonava e la sua “minaccia” ricorrente era di dare il via a emigrazioni di massa verso l’Italia. Però poi si discuteva e non l’ha mai fatto, perché c’era un interlocutore. Adesso in Libia non ne abbiamo più, anche perché la struttura del Paese è essenzialmente tribale. Sul fenomeno migratorio dobbiamo valutare molti aspetti, a partire dal dato demografico italiano dove nel 2016 abbiamo avuto più persone che hanno superato gli 80 anni rispetto ai nuovi nati. L’immigrazione è necessaria, ma deve essere un processo controllato. Auspico che Europa e Cina siano in grado di investire per uno sviluppo dell’Africa, che sul lungo periodo sarà un elemento di grande importanza per superare queste crisi».
Sulla situazione economica: «C’è in Europa una ripresa economica fragile, ma diffusa, e l’Italia è inserita in questo trend. Però la politica in questi anni non è stata in grado di tenere il passo delle trasformazioni legate alle tecnologie, ai mutamenti finanziari. In Italia poi, per “pararsi il sedere”, la politica spesso è ferma perché nessuno prende decisioni. Credo che un elemento essenziale per consolidare in Italia la ripresa sarebbe investire sulla scuola, ricordandoci in particolare l’importanza delle scuole tecniche che hanno fatto la ricchezza di questo Paese, e sulla ricerca. E ritrovare fiducia».
C’è stato anche spazio per parlare della siccità e della diga di Vetto: «Ricordo che anni fa si parlava dell’importanza di realizzare in tutta Italia dei “laghetti collinari” per avere una riserva idrica, che non sono mai stati fatti, ma sarebbe un progetto da recuperare. Personalmente anche sul progetto della diga di Vetto sono sempre stato a favore». (l.t.)