Gazzetta di Reggio

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L’agente-imputato estradato dal Venezuela

L’agente-imputato estradato dal Venezuela

Il poliziotto fu bloccato con 13 chili di coca. A Reggio è accusato di associazione mafiosa: sarà sentito

04 agosto 2017
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REGGIO EMILIA. Che l’imputato 57enne Maurizio Cavedo (all’epoca delle indagini legate ad Aemilia in forza alla Polstrada di Cremona) si trovasse da tempo in carcere in Venezuela per una storia di spaccio di cocaina non era certo un mistero e in aula a Reggio la procura antimafia non ha mai gettato la spugna relativamente alla sua testimonianza – considerata importante – ritenendo nella peggiore delle ipotesi di poterlo sentire in videoconferenza collegandosi con la struttura penitenziaria sudamericana in cui era recluso.

Ma in questi giorni la situazione si è sbloccata, in quanto il poliziotto è stato estradato in Italia. Il 2 dicembre 2014 Cavedo era stato arrestato all'aeroporto Maiqueìta di Caracas (Venezuela), dalla Guardia Nacional Bolivariana de Venezuela per traffico di stupefacenti: era stato trovato con 13 chili di cocaina purissima. Erano nascosti nel doppio fondo di una valigia e lui stava per imbarcarsi per Madrid dove poi avrebbe preso un volo diretto in Italia. In Venezuela era stato condannato a 10 anni e ora dopo tre anni scontati, ha chiesto e ottenuto grazie alla convenzione di Strasburgo di poter finire di scontare la pena (sette anni) nel suo Paese. Il 28 luglio è arrivato in Italia per poi essere portato a Rebibbia. Il primo agosto i carabinieri di Fiorenzuola (che hanno materialmente indagato su di lui) e quelli del nucleo investigativo di Piacenza, gli hanno notificato l'emissione di un'ulteriore misura cautelare spiccata dal gip di Bologna nell'ambito del maxi processo Aemilia: è accusato di associazione mafiosa, di concorso e cooperazione in reimpiego aggravato dal fine di agevolare un’associazione mafiosa, introduzione abusiva in un sistema informatico aggravata dal fine di agevolare un’associazione mafiosa e rivelazione di segreto d’ufficio continuata, aggravata dal fine di agevolare un’associazione mafiosa.