RIVENDICAZIONI CONTRO l’OCCIDENTE
Hackerato pure un sito di vendite
Non solo quelli di alcune scuole nel mirino del Tunisian Fallaga Team
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REGGIO EMILIA. Non solo alcune scuole reggiane sono state prese di mira sul web dalla presunta organizzazione islamista che si firma “Tunisian Fallaga Team”.
Nel mirino di questi esperti hacker è infatti finita anche una piattaforma di vendita digitale con base operativa nella nostra città: come nei siti degli istituti scolastici è stato modificato un solo file, ma nel caso della struttura di e-commerce la vicenda si è rivelata più delicata per la presenza dei dati sensibili degli acquirenti. Comunque come per le scuole, nel giro di breve tempo (poco più di un’ora) i tecnici hanno neutralizzato anche questo “attacco” al sito commerciale, riportando il tutto alla normalità. Intanto in questura proseguono le indagini della digos – con l’ausilio della specializzata polizia postale – per capire quale sia la reale matrice di questo hackeraggio piombato su non pochi siti reggiani. La vicenda è già stata segnalata alla magistratura bolognese, perché comunque vadano gli accertamenti, non se ne occuperà la procura di Reggio. È infatti una questione di competenze. La pista sinora più accreditata dagli investigatori è che si tratti di gente esperta ma non legata al terrorismo islamico, quindi se il reato commesso è quello di danneggiamento di sistema informatico, se ne occuperà un magistrato della procura distrettuale, cioè quella ordinaria di Bologna. Discorso diverso – ed ovviamente ben più inquietante – se le indagini inquadreranno nella matrice islamista questa articolata “aggressione” su Internet: in materia di terrorismo allora la competenza è della Dda di Bologna. In mano agli inquirenti quelle due schermate nere con scritte – in un inglese non proprio impeccabile – in bianco, rosso e verde: un lungo messaggio contro l’Occidente ed inneggiante all’Islam. È una creazione del cyber califfato?(t.s.)
Nel mirino di questi esperti hacker è infatti finita anche una piattaforma di vendita digitale con base operativa nella nostra città: come nei siti degli istituti scolastici è stato modificato un solo file, ma nel caso della struttura di e-commerce la vicenda si è rivelata più delicata per la presenza dei dati sensibili degli acquirenti. Comunque come per le scuole, nel giro di breve tempo (poco più di un’ora) i tecnici hanno neutralizzato anche questo “attacco” al sito commerciale, riportando il tutto alla normalità. Intanto in questura proseguono le indagini della digos – con l’ausilio della specializzata polizia postale – per capire quale sia la reale matrice di questo hackeraggio piombato su non pochi siti reggiani. La vicenda è già stata segnalata alla magistratura bolognese, perché comunque vadano gli accertamenti, non se ne occuperà la procura di Reggio. È infatti una questione di competenze. La pista sinora più accreditata dagli investigatori è che si tratti di gente esperta ma non legata al terrorismo islamico, quindi se il reato commesso è quello di danneggiamento di sistema informatico, se ne occuperà un magistrato della procura distrettuale, cioè quella ordinaria di Bologna. Discorso diverso – ed ovviamente ben più inquietante – se le indagini inquadreranno nella matrice islamista questa articolata “aggressione” su Internet: in materia di terrorismo allora la competenza è della Dda di Bologna. In mano agli inquirenti quelle due schermate nere con scritte – in un inglese non proprio impeccabile – in bianco, rosso e verde: un lungo messaggio contro l’Occidente ed inneggiante all’Islam. È una creazione del cyber califfato?(t.s.)