Libera esulta. Il M5s: «Si rafforzi la Dia»
Giudizio positivo di Libera sulla sentenza della Corte di Appello di Bologna al processo Aemilia, «che accoglie l’impianto accusatorio riconoscendo il grande lavoro della Procura Generale». «La...
14 settembre 2017
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Giudizio positivo di Libera sulla sentenza della Corte di Appello di Bologna al processo Aemilia, «che accoglie l’impianto accusatorio riconoscendo il grande lavoro della Procura Generale». «La conferma delle pene – si legge in una nota dell’associazione antimafia – dimostra ancora una volta che la ’ndrangheta c'è, dunque esiste anche in Emilia-Romagna. Sin dall’ inizio
Libera si è costituita parte civile nell’ambito del procedimento, proprio per ribadire quanto la ’ndrangheta leda e soffochi i diritti della società civile e responsabile. Come Libera proseguiremo nel nostro lavoro quotidiano fatto di impegno e responsabilità, forti di questo importante risultato. Le infiltrazioni mafiose, che interessano questo territorio come ormai la maggior parte delle zone del Paese, si contrastano con la repressione e gli strumenti giudiziari, ma il primo e imprescindibile strumento rimane il risveglio delle coscienze, l'orgoglio di una comunità che antepone il bene comune alle speculazioni e ai privilegi, contrastando in tutte le sedi la criminalità organizzata e i suoi complici» conclude la nota. Sulla sentenza, è tornato anche il M5s. E se Ivan Cantamessi, capogruppo in Sala Tricolore e Norberto Vaccari, consigliere comunale, accusano il centrodestra («Per loro la mafia non è un problema per Reggio), la consigliera regionale, Giulia Gibertoni, ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di attivarsi affinché la sezione operativa dislocata della Dia a Bologna venga trasformato in Centro Operativo antimafia con conseguente potenziamento di struttura, mezzi ed organico: «Necessaria anche la presenza di una sede dell’agenzia per i beni confiscati».
Libera si è costituita parte civile nell’ambito del procedimento, proprio per ribadire quanto la ’ndrangheta leda e soffochi i diritti della società civile e responsabile. Come Libera proseguiremo nel nostro lavoro quotidiano fatto di impegno e responsabilità, forti di questo importante risultato. Le infiltrazioni mafiose, che interessano questo territorio come ormai la maggior parte delle zone del Paese, si contrastano con la repressione e gli strumenti giudiziari, ma il primo e imprescindibile strumento rimane il risveglio delle coscienze, l'orgoglio di una comunità che antepone il bene comune alle speculazioni e ai privilegi, contrastando in tutte le sedi la criminalità organizzata e i suoi complici» conclude la nota. Sulla sentenza, è tornato anche il M5s. E se Ivan Cantamessi, capogruppo in Sala Tricolore e Norberto Vaccari, consigliere comunale, accusano il centrodestra («Per loro la mafia non è un problema per Reggio), la consigliera regionale, Giulia Gibertoni, ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di attivarsi affinché la sezione operativa dislocata della Dia a Bologna venga trasformato in Centro Operativo antimafia con conseguente potenziamento di struttura, mezzi ed organico: «Necessaria anche la presenza di una sede dell’agenzia per i beni confiscati».