Trema il clan, da martedì parla Valerio
La Dda deposita i verbali di 18 interrogatori del collaboratore di giustizia. Mancano molte trascrizioni e le difese insorgono
20 settembre 2017
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REGGIO EMILIA. Sono ben 18 i verbali degli altrettanti interrogatori che ieri il pm antimafia Marco Mescolini ha depositato nell’aula di Aemilia, come primo passo per poi far deporre Antonio Valerio, imputato del maxi processo e da alcuni mesi collaboratore di giustizia.
E martedì prossimo, da ndranghetista pentito, il 50enne comincerà a testimoniare in udienza e sarà di sicuro un fiume in piena, perché Valerio ha un intreccio criminale con Reggio Emilia che affonda agli anni Ottanta. Nelle previsioni occorreranno più udienze per completare la sua testimonianza, dato che dopo le domande dell’accusa poi sarà la volta del controinterrogatorio da parte dei difensori.
E che questa “irruzione” di Valerio nel maxiprocesso sia decisamente temuta, lo si è notato ieri dalle repliche subito messe in campo dagli avvocati difensori. Prima la richiesta di una pausa di alcuni minuti voluta dalle difese per fare il punto della situazione, poi dopo la veloce consultazione fra toghe, sono iniziate le controffensive. Parla per tutti i difensori l’avvocato Luigi Antonio Comberiati che subito chiede alla Corte di ritenere inammissibile la testimonianza di Valerio richiesta dal pm Mescolini in quanto l’imputato aveva in precedenza già rinunciato a deporre. Un’opposizione che il presidente Francesco Caruso rispedisce al mittente: «La testimonianza è meritevole di essere assunta – scandisce chi guida il collegio giudicante – in quanto si qualifica come sopravvenuto evento probatorio, di cui va valutata la rilevanza».
A quel punto la discussione si sposta su come i verbali sono stati depositati dalla Dda: per sette interrogatori vi sono le trascrizioni, mentre gli altri undici sono agli atti solo in forma riassuntiva. A norma di legge vanno anche depositati il video e l’audio di quegli interrogatori. Per i difensori non è possibile preparare un efficace controinterrogatorio senza tutte le trascrizioni, inoltre occorre tempo per visionare ed ascoltare le registrazioni di tutte quelle dichiarazioni del pentito. Osservazioni difensive che la Corte accoglie, per poi raggiungere una sorta di “compromesso”, cioè Valerio inizierà a fare le sue rivelazioni in aula da martedì prossimo, ma solo sui verbali trascritti e al momento del controinterrogatorio le difese dovranno avere le trascrizioni di tutti i diciotto interrogatori del collaboratore di giustizia.
Valerio è uno dei protagonisti del romanzo criminale del clan cutrese a Reggio Emilia. Soprannominato “Totò Muzzo” o “Pulitino”, dal giugno scorso ha riempito centinaia di pagine di verbali raccontando la sua storia e quella dei suoi soci in affari: i riti di affiliazione alla ’ndrangheta, la carriera criminale e quella dei suoi compagni, gli attentati e gli incendi, i rapporti con il boss Nicolino Grande Aracri e molto altro ancora. Dopo il suo pentimento è stato trasferito dal carcere di Reggio Emilia a una località protetta.(t.s.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
E martedì prossimo, da ndranghetista pentito, il 50enne comincerà a testimoniare in udienza e sarà di sicuro un fiume in piena, perché Valerio ha un intreccio criminale con Reggio Emilia che affonda agli anni Ottanta. Nelle previsioni occorreranno più udienze per completare la sua testimonianza, dato che dopo le domande dell’accusa poi sarà la volta del controinterrogatorio da parte dei difensori.
E che questa “irruzione” di Valerio nel maxiprocesso sia decisamente temuta, lo si è notato ieri dalle repliche subito messe in campo dagli avvocati difensori. Prima la richiesta di una pausa di alcuni minuti voluta dalle difese per fare il punto della situazione, poi dopo la veloce consultazione fra toghe, sono iniziate le controffensive. Parla per tutti i difensori l’avvocato Luigi Antonio Comberiati che subito chiede alla Corte di ritenere inammissibile la testimonianza di Valerio richiesta dal pm Mescolini in quanto l’imputato aveva in precedenza già rinunciato a deporre. Un’opposizione che il presidente Francesco Caruso rispedisce al mittente: «La testimonianza è meritevole di essere assunta – scandisce chi guida il collegio giudicante – in quanto si qualifica come sopravvenuto evento probatorio, di cui va valutata la rilevanza».
A quel punto la discussione si sposta su come i verbali sono stati depositati dalla Dda: per sette interrogatori vi sono le trascrizioni, mentre gli altri undici sono agli atti solo in forma riassuntiva. A norma di legge vanno anche depositati il video e l’audio di quegli interrogatori. Per i difensori non è possibile preparare un efficace controinterrogatorio senza tutte le trascrizioni, inoltre occorre tempo per visionare ed ascoltare le registrazioni di tutte quelle dichiarazioni del pentito. Osservazioni difensive che la Corte accoglie, per poi raggiungere una sorta di “compromesso”, cioè Valerio inizierà a fare le sue rivelazioni in aula da martedì prossimo, ma solo sui verbali trascritti e al momento del controinterrogatorio le difese dovranno avere le trascrizioni di tutti i diciotto interrogatori del collaboratore di giustizia.
Valerio è uno dei protagonisti del romanzo criminale del clan cutrese a Reggio Emilia. Soprannominato “Totò Muzzo” o “Pulitino”, dal giugno scorso ha riempito centinaia di pagine di verbali raccontando la sua storia e quella dei suoi soci in affari: i riti di affiliazione alla ’ndrangheta, la carriera criminale e quella dei suoi compagni, gli attentati e gli incendi, i rapporti con il boss Nicolino Grande Aracri e molto altro ancora. Dopo il suo pentimento è stato trasferito dal carcere di Reggio Emilia a una località protetta.(t.s.)
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