Il sistema catasto finisce in antimafia
Ieri in commissione l’audizione di Scalzulli che punta il dito anche contro Marchi
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REGGIO EMILIA. La deposizione dell’ex dirigente del Catasto di Reggio Emilia Potito Scalzulli davanti al comitato enti locali della Commisione antimafie «ha fatto emergere particolari inquietanti in quello che è stato definito un vero e proprio «sistema». Lo dichiarano Luigi Gaetti, senatore del MoVimento 5 Stelle e vice presidente della Commissione anti-mafia e Giulia Sarti, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione anti-mafia. «L’audizione di Scalzulli è avvenuta su proposta del Movimento 5 Stelle con il consenso dell’interessato e della presidente della Commissione Bindi», spiegano Gaetti e Sarti. «Una deposizione dove Scalzulli, ex dirigente del Catasto di Reggio Emilia dal 2009 al 2012 ed oggi assessore nella giunta di centrosinistra di Galeata (Forlì), ha ricostruito tutti i passaggi e depositato una dettagliata relazione oltre a ricordare tutti i suoi precedenti esposti alla magistratura» continuano Gaetti e Sarti. «Secondo Scalzulli esisteva una co-interessenza tra dipendenti del Catasto, tra cui anche chi ricopriva ruoli pubblici elettivi, e professionisti, finalizzata alla manipolazione delle rendite catastali (con conseguente diminuzione di imposte da pagare e minori incassi per il Comune di Reggio che si sarebbe tramutato in consensi elettorali.
Tutto questo, secondo la sua deposizione, nella completa tolleranza da parte dell’amministrazione comunale di Reggio Emilia, che nonostante fosse penalizzata dal punto di vista finanziario (incassando meno Imu-Ici) lasciava che tutto si potesse realizzare. Scalzulli ha anche spiegato come fosse stato il deputato Maino Marchi (Pd) a spiegargli quello che lui ha raccontato in una intervista nel 2016 al Resto del Carlino, cioè che il “sistema catasto” fosse determinante per l’equilibrio politico di Reggio» concludono Gaetti e Sarti.
Secondo Scalzulli, attorno al catasto si concretizzava anche la forza politica del consigliere comunale Salvatore Scarpino, politico cutrese e dirigente del catasto a Bologna ma con forti aderenze su Reggio, dove sedeva tra i banchi del Pd e ora di Mdp. Un campione di voti che rappresenta una risorsa per la città e il consiglio comunale. Secondo Scalzulli, come detto a più riprese in questi ultimi due anni, nel corso della sua permanenza a Reggio, dal 2008 al 2013, si sono verificati alcuni casi nei quali le rendite degli immobili venivano calcolate in modo errato. E le persone che ne beneficiavano, ha scritto, erano sempre le stesse.
Fatti ricostruiti anche con una lunga memoria scritta consegnata da Scalzulli alla Commissione che potrà così studiare e vagliare il materiale alla luce anche delle inchieste che, bisogna ricordare, non hanno portato alcun risultato, nonostante le insistenze di Scalzulli. (e.l.t.)
Tutto questo, secondo la sua deposizione, nella completa tolleranza da parte dell’amministrazione comunale di Reggio Emilia, che nonostante fosse penalizzata dal punto di vista finanziario (incassando meno Imu-Ici) lasciava che tutto si potesse realizzare. Scalzulli ha anche spiegato come fosse stato il deputato Maino Marchi (Pd) a spiegargli quello che lui ha raccontato in una intervista nel 2016 al Resto del Carlino, cioè che il “sistema catasto” fosse determinante per l’equilibrio politico di Reggio» concludono Gaetti e Sarti.
Secondo Scalzulli, attorno al catasto si concretizzava anche la forza politica del consigliere comunale Salvatore Scarpino, politico cutrese e dirigente del catasto a Bologna ma con forti aderenze su Reggio, dove sedeva tra i banchi del Pd e ora di Mdp. Un campione di voti che rappresenta una risorsa per la città e il consiglio comunale. Secondo Scalzulli, come detto a più riprese in questi ultimi due anni, nel corso della sua permanenza a Reggio, dal 2008 al 2013, si sono verificati alcuni casi nei quali le rendite degli immobili venivano calcolate in modo errato. E le persone che ne beneficiavano, ha scritto, erano sempre le stesse.
Fatti ricostruiti anche con una lunga memoria scritta consegnata da Scalzulli alla Commissione che potrà così studiare e vagliare il materiale alla luce anche delle inchieste che, bisogna ricordare, non hanno portato alcun risultato, nonostante le insistenze di Scalzulli. (e.l.t.)