In cella scambio di dati e video sul processo
Gli imputati fanno girare chiavette usb con registrazioni. «In aula anche gente che prende direttive»
21 settembre 2017
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REGGIO EMILIA. In carcere i detenuti si passano delle chiavette Usb che contengono, oltre a filmati pornografici, materiale del processo e audio e video riprese del processo. A riportare la circostanza, quale diretto testimone, è sempre Antonio Valerio, collaboratore di giustizia che sta raccontando tutto alla procura antimafia di Bologna. Secondo quanto rivelato, nelle carceri di Reggio Emilia, Bologna e Parma c’è questa sorta di scambio, compresa una registrazione dell’udienza del 17 giugno scorso. Non solo: Valerio afferma - facendone i nomi - che alcuni degli imputati a piede libero partecipano alle udienze anche per prendere informazioni e direttive dai detenuti del processo Aemilia.
Il deposito dei 18 verbali di Valerio sono il primo passo per poi far deporre il collaboratore, ora in una località protetta dopo aver passato oltre un anno in carcere, per buona parte a Reggio Emilia. Martedì prossimo, da ’ndranghetista pentito, il 50enne comincerà a testimoniare in udienza e sarà di sicuro un fiume in piena, perché Valerio ha un intreccio criminale con Reggio Emilia che affonda agli anni Ottanta. Nelle previsioni occorreranno più udienze per completare la sua testimonianza, dato che dopo le domande dell’accusa poi sarà la volta del controinterrogatorio da parte dei difensori. E che questa “irruzione” di Valerio nel maxiprocesso sia decisamente temuta, lo si è notato dalle repliche subito messe in campo dagli avvocati difensori durante l’ultima udienza di Aemilia. Prima la richiesta di una pausa di alcuni minuti voluta dalle difese per fare il punto della situazione, poi dopo la veloce consultazione fra toghe, sono iniziate le controffensive. Ha parlato per tutti i difensori l’avvocato Luigi Antonio Comberiati che ha subito chiesto alla Corte di ritenere inammissibile la testimonianza di Valerio richiesta dal pm Mescolini in quanto l’imputato aveva in precedenza già rinunciato a deporre. Un’opposizione che il presidente Francesco Caruso ha rispedito al mittente. «La testimonianza è meritevole di essere assunta». (e.l.t.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Il deposito dei 18 verbali di Valerio sono il primo passo per poi far deporre il collaboratore, ora in una località protetta dopo aver passato oltre un anno in carcere, per buona parte a Reggio Emilia. Martedì prossimo, da ’ndranghetista pentito, il 50enne comincerà a testimoniare in udienza e sarà di sicuro un fiume in piena, perché Valerio ha un intreccio criminale con Reggio Emilia che affonda agli anni Ottanta. Nelle previsioni occorreranno più udienze per completare la sua testimonianza, dato che dopo le domande dell’accusa poi sarà la volta del controinterrogatorio da parte dei difensori. E che questa “irruzione” di Valerio nel maxiprocesso sia decisamente temuta, lo si è notato dalle repliche subito messe in campo dagli avvocati difensori durante l’ultima udienza di Aemilia. Prima la richiesta di una pausa di alcuni minuti voluta dalle difese per fare il punto della situazione, poi dopo la veloce consultazione fra toghe, sono iniziate le controffensive. Ha parlato per tutti i difensori l’avvocato Luigi Antonio Comberiati che ha subito chiesto alla Corte di ritenere inammissibile la testimonianza di Valerio richiesta dal pm Mescolini in quanto l’imputato aveva in precedenza già rinunciato a deporre. Un’opposizione che il presidente Francesco Caruso ha rispedito al mittente. «La testimonianza è meritevole di essere assunta». (e.l.t.)
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