Pagliani via anche dal consiglio provinciale
E Bernini, ex assessore Pdl a Parma assolto in Aemilia, scrive al Pm: «Perché non indagò il Pd?»
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REGGIO EMILIA. Il consiglio provinciale di Reggio Emilia ha approvato la surroga del consigliere di Forza Italia, Giuseppe Pagliani, dimissionario dopo la condanna in appello a 4 anni di carcere nel rito abbreviato di Aemilia. Al suo posto è subentrato il leghista Paolo Delsante, consigliere comunale a Gattatico, primo dei non eletti con 2.652 voti ponderati. Dimissionario anche da Sala Tricolore, il posto di Pagliani in consiglio comunale è stato invece preso da Roberta Rigon, che tuttavia non ha aderito a Forza Italia, preferendo non senza feroci polemiche formare il gruppo misto.
Sempre ieri, l’ex assessore del Pdl nel Comune di Parma Giovanni Paolo Bernini, imputato nel processo di ’ndrangheta Aemilia, invia una lettera aperta al Pm della Dda di Bologna Marco Mescolini in cui gli chiede perché non ha mai indagato o interrogato esponenti del Pd. Bernini, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso, è stato prosciolto in primo grado e in appello per la prescrizione del reato, derubricato dai giudici in corruzione elettorale. «In entrambi i due gradi di giudizio ed ancor prima già con ben cinque giudici - scrive Bernini - le accuse nei miei confronti, cioè concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso, sono state dichiarate completamente infondate. Non sono qui a chiedere le ragioni di tale accanimento, ricordo infatti che addirittura ci fu la richiesta di arresto subito respinta dal Gip, né ad indossare gli abiti della vittima della malagiustizia, ma Le scrivo pubblicamente affinché Lei voglia rispondere ad una semplice domanda. Perché, nonostante le numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali agli atti delle inchiesta Aemilia che coinvolgono esponenti locali e nazionali del Pd, Lei non ha ritenuto di interrogare, né di inviare avvisi di garanzia, né tanto meno di richiedere gli arresti di tali esponenti del Partito Democratico?»
Sempre ieri, l’ex assessore del Pdl nel Comune di Parma Giovanni Paolo Bernini, imputato nel processo di ’ndrangheta Aemilia, invia una lettera aperta al Pm della Dda di Bologna Marco Mescolini in cui gli chiede perché non ha mai indagato o interrogato esponenti del Pd. Bernini, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso, è stato prosciolto in primo grado e in appello per la prescrizione del reato, derubricato dai giudici in corruzione elettorale. «In entrambi i due gradi di giudizio ed ancor prima già con ben cinque giudici - scrive Bernini - le accuse nei miei confronti, cioè concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso, sono state dichiarate completamente infondate. Non sono qui a chiedere le ragioni di tale accanimento, ricordo infatti che addirittura ci fu la richiesta di arresto subito respinta dal Gip, né ad indossare gli abiti della vittima della malagiustizia, ma Le scrivo pubblicamente affinché Lei voglia rispondere ad una semplice domanda. Perché, nonostante le numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali agli atti delle inchiesta Aemilia che coinvolgono esponenti locali e nazionali del Pd, Lei non ha ritenuto di interrogare, né di inviare avvisi di garanzia, né tanto meno di richiedere gli arresti di tali esponenti del Partito Democratico?»