Paride Allegri e la sua eredità
Partigiano, ambientalista pacifista: a cinque anni dalla morte due eventi, oggi e sabato, per ricordarlo
05 ottobre 2017
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REGGIO EMILIA. Partigiano, amministratore, ambientalista, pacifista, ribelle e sognatore. Paride Allegri è senza dubbio una delle figure più belle del dopoguerra mondiale, un maestro che molto ha seminato e molto ha lasciato ai suoi amici. Ora, a cinque anni dalla morte, arriva un omaggio fatto da un gruppo di quelle persone che con lui hanno condiviso gli ultimi anni di battaglie verdi. Un tributo diviso in due tappe. La prima, in programma questa sera (ore 21) ai Chiostri della Ghiara di via Guasco 6, ha al centro la proiezione del documentario biografico “Verrà un giorno” del regista Giovanni di Vito. La seconda, la principale, si terrà nel pomeriggio di sabato sempre ai Chiostri della Ghiara, dove alle 17 si svolgerà un seminario sull’eredità di Allegri con i contributi di Ermete Fiaccadori, Ugo Pellini, Antonio Campanini, Emanuele Amari, Alessandra Fontanesi e Simone Armini, che parleranno rispettivamente dell’ex partigiano nella Resistenza, nel movimento ecologista e in quello pacifista, come promotore delle scuole convitto nel dopoguerra, della sua figura nei movimenti contemporanei senza scordarsi l’esperienza più nota, la casa agricola aperta a Cà Morosini, una borgata di Montalto di Vezzano dove Paride ha vissuto a lungo sino alla scomparsa. Tutte le attività sono promosse dal Centro per la riconciliazione tra i popoli, Pollicino Gnus, Arsave - Laboratorio per la città che vogliamo, Casa Bettola Casa Cantoniera Autogestita.
«A cinque anni dalla sua morte vogliamo onorare e ricordare Paride Allegri; la sua vita, i suoi insegnamenti, le sue attività sono un patrimonio che non può andare disperso. Comandante partigiano della 76esima Brigata Sap, con il nome di Battaglia di Sirio, Paride ha continuato nel dopoguerra la sua battaglia a favore dei più deboli per “un mondo fraterno senza armi e rispettoso del creato”», spiegano i promotori. Solo ricordare le sfaccettature del personaggio è impegno lungo.
Nato nel 1920 a Collagna, sceso in città giovanissimo, nel primo dopoguerra si era subito impegnato nel Pci abbracciando poi il movimento ambientalista: «È stato tra i fondatori della Scuola Convitto “Rinascita” di Rivaltella, dove centinaia di partigiani, ma non solo, hanno avuto modo di studiare e di formarsi professionalmente. Per venti anni ha diretto il Servizio del Verde pubblico del Comune di Reggio Emilia e dotato la città di tanti spazi verdi di cui ancora usufruiamo. Eletto consigliere comunale con i Verdi nel 1985 si è dimesso, come da statuto, dopo venti mesi dalla sua elezione». Dalla metà degli anni ’80, l’ultima avventura: «Nel 1987 ha fondato Resistenza Verde proseguendo la sua lotta ambientalista: famose le sue azioni per impedire espansioni del cemento e dell'asfalto e per la piantumazione di migliaia di alberi. Nella sua abitazione di Ca' Morosini ha promosso il pacifismo, il disarmo universale e dato vita al “Centro di riconciliazione dei popoli”». Tante aree verdi portano la sua firma, come il parco Santa Maria fra i controviali e la questura reggiana, il bosco urbano del Campovolo e il bel parco della pace di Vezzano, intitolato a suo nome dall’amministrazione comunale. (adr.ar.)
«A cinque anni dalla sua morte vogliamo onorare e ricordare Paride Allegri; la sua vita, i suoi insegnamenti, le sue attività sono un patrimonio che non può andare disperso. Comandante partigiano della 76esima Brigata Sap, con il nome di Battaglia di Sirio, Paride ha continuato nel dopoguerra la sua battaglia a favore dei più deboli per “un mondo fraterno senza armi e rispettoso del creato”», spiegano i promotori. Solo ricordare le sfaccettature del personaggio è impegno lungo.
Nato nel 1920 a Collagna, sceso in città giovanissimo, nel primo dopoguerra si era subito impegnato nel Pci abbracciando poi il movimento ambientalista: «È stato tra i fondatori della Scuola Convitto “Rinascita” di Rivaltella, dove centinaia di partigiani, ma non solo, hanno avuto modo di studiare e di formarsi professionalmente. Per venti anni ha diretto il Servizio del Verde pubblico del Comune di Reggio Emilia e dotato la città di tanti spazi verdi di cui ancora usufruiamo. Eletto consigliere comunale con i Verdi nel 1985 si è dimesso, come da statuto, dopo venti mesi dalla sua elezione». Dalla metà degli anni ’80, l’ultima avventura: «Nel 1987 ha fondato Resistenza Verde proseguendo la sua lotta ambientalista: famose le sue azioni per impedire espansioni del cemento e dell'asfalto e per la piantumazione di migliaia di alberi. Nella sua abitazione di Ca' Morosini ha promosso il pacifismo, il disarmo universale e dato vita al “Centro di riconciliazione dei popoli”». Tante aree verdi portano la sua firma, come il parco Santa Maria fra i controviali e la questura reggiana, il bosco urbano del Campovolo e il bel parco della pace di Vezzano, intitolato a suo nome dall’amministrazione comunale. (adr.ar.)