Gazzetta di Reggio

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Reggio Emilia, in un anno bruciati 765 milioni nel gioco d’azzardo

Leonardo Grilli
Reggio Emilia, in un anno bruciati 765 milioni nel gioco d’azzardo

La metà dei soldi, pari a 342 milioni, giocati nel capoluogo, con perdite per 85 milioni. M5S: «Approvare la nostra delibera»

29 ottobre 2017
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REGGIO EMILIA. Reggio Emilia città di giocatori d’azzardo. Nel solo Comune capoluogo infatti, e solo nel 2016, sono stati scommessi e giocati ben 342,6 milioni di euro, con perdite pari a 85,7 milioni. Delle cifre da capogiro in crescita rispetto all’anno precedente rispettivamente di 17,7 e 30 milioni di euro. In provincia l’idrovora della ludopatia ha assorbito invece 765,4 milioni di euro (+36,2 milioni rispetto al 2015) e generato perdite secche per 176,2 milioni di euro(+20 milioni).

E da questi dati manca l’ancora più pericoloso gioco online. I numeri aggiornati sono frutto dell’accesso agli atti presentato ad agosto dal consigliere comunale Norberto Vaccari (Movimento 5 Stelle) all’Agenzia dei Monopoli nell’ambito di una campagna di trasparenza a tappeto promossa da associazioni no-slot, cui il M5s ha aderito con domande relative a tutti i Comuni della provincia reggiana.

«È sempre più emergenza azzardo a Reggio Emilia – hanno dichiarato Alessandra Guatteri, capogruppo M5S in consiglio comunale, e i consiglieri pentastellati Ivan Cantamessi e lo stesso Vaccari – la delibera no-slot presentata dal Movimento nel giugno 2016 e positivamente emendata dalla maggioranza va approvata subito. Sono i numeri a dirlo. Le famiglie reggiane mensilmente spendono in azzardo quanto la spesa per alimentari. Un danno economico e sociale enorme all’economia cittadina».

Non deve infatti ingannare nemmeno il numero delle vincite, pari a 247,8 milioni di euro. «Molto di questo denaro spesso viene subito rigiocato (e magari perso) dagli stessi giocatori», aggiungono gli esponenti M5s.

Slot e VLT. A farla da padrone sono le spese e le perdite per le slot “VLT”: 170 milioni di euro in città (19 milioni subito persi), seguite dalle slot machine classiche con 103,4 milioni giocati dei quali 26,8 persi. Terze in classifica le lotterie istantanee come il “Gratta e vinci” con 29,2 milioni di euro (25,2 persi) e il Lotto con 19 milioni e 7,3 milioni persi. A completare quei 21 milioni che mancano per arrivare al totale di 342,6 ci sono tutta una lunga serie di “specializzazioni” come le scommesse ippiche, il Superenalotto, l’Eurojackpot o il Bingo capaci di fatturare mediamente dai 200mila ai 4 milioni di euro a testa.

Il raffronto col Comune. La gravità del fenomeno si spiega in pochi dati. L’ultimo bilancio del Comune di Reggio Emilia attualmente ha una spesa corrente di 165 milioni di euro. Meno della metà di quanto azzardato dai reggiani nel 2016. Per il Welfare – ambito in cui, tra l’altro, rientra proprio la lotta alla ludopatia – in sala del Tricolore si prevede una spesa consolidata di 54 milioni di euro. L’azzardo fa perdere in città ai giocatori reggiani le famiglie reggiane, quasi 86 milioni di euro.

Spesa pro capite. Un altro dato allarmante emerge se si rapportano le cifre del gioco d’azzardo con la popolazione del Comune. Ogni famiglia reggiana – sono 77.713 secondi i dati aggiornati al 31 dicembre 2015 – mediamente spende 4.409 euro l’anno in scommesse (367 euro al mese) con perdite annue secche di 1.004 euro. La spesa pro capite, invece, ammonta a oltre 2.000 euro.

L’economia reale. Si deve poi tener conto che tutto questo denaro è sottratto all’economia reale. Prendendo ad esempio i dati Istat del 2016, la spesa media mensile per le famiglie del nord est è stata di 2806,40 euro di cui 432,91 per spese alimentari e 2373,49 per tutte le altre spese. In pratica a Reggio Emilia ogni mese si gioca d’azzardo una spesa pro-famiglia di 367 euro, di poco inferiore a quanto si spende per le spese alimentari. Tutto denaro che finisce in una economia improduttiva invece che nel commercio.

Riciclo di denaro sporco. «In questo allarmante quadro – concludono i grillini – c’è poi il flusso di denaro che viene ripulito dalle mafie anche nelle VLT-slot formalmente legali che poi si scopre sempre più spesso vicine a società legate alla ‘ndrangheta».

Leonardo Grilli