Gazzetta di Reggio

Reggio

«Il caso Tari non riguarda Reggio»

Iren sugli errori di calcolo in bolletta scoperti con un’interrogazione del M5s

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REGGIO EMILIA. «I Comuni per i quali gestiamo la Tari non hanno mai applicato quel metodo. Le pertinenze sono sempre state correttamente associate all’immobile principale con il pagamento della sola quota fissa relativa ai metri quadri della pertinenza stessa. Pertanto, ovviamente, non ci sono gli estremi per effettuare ricorsi in quanto mancherebbe proprio l'oggetto del contendere che in altri contesti ha causato il contenzioso». È quanto fanno sapere da Iren in relazione al caso Tari, sollevato dal M5s con un’interrogazione parlamentare di Giuseppe L'Abbate, che ha portato alla luce un errato calcolo della “quota variabile” della tassa sui rifiuti. La Tari, infatti, si compone di due quote: una fissa, in funzione dei metri quadri degli immobili, e una variabile che dovrebbe cambiare in funzione del quantitativo reale di rifiuti prodotto ma che, in mancanza di strumentazioni adeguate, i Comuni calcolano in rapporto ai componenti dell’utenza.

«Quel che è accaduto – spiegano Maria Edera Spadoni, deputata reggiana M5s, e Alessandra Guatteri, capogruppo in Sala Tricolore – è che, per quanto concerne le pertinenze, tanti Comuni hanno inserito nel conteggio anche la quota variabile per ognuna di esse: quindi una famiglia composta da 4 persone diveniva magicamente di 5 se possedeva un box, di 6 se deteneva anche una cantina, di 7 se vi era anche una soffitta nella propria utenza domestica. Basta un esempio, preso da una bolletta di un contribuente a far comprendere la portata dei possibili rimborsi: circa 70 euro l’anno pagati ingiustamente dal 2014, in pratica quasi 300 euro totali». I due esponenti M5s, fanno sapere che «per verificare se nel Comune di residenza la Tari è stata calcolata in maniera errata, basterà prendere una bolletta della tassa rifiuti e controllare se oltre all’utenza “domestica” principale sono presenti altre voci “domestica – accessorio” e se è presente il valore “tariffa variabile”. Qualunque cifra riportata è illegittima». Da Iren tuttavia fanno sapere che quel metodo di conteggio non è applicato nei Comuni gestiscono il servizio.