Reggio Emilia, Casoli replica alle accuse «Fatture per lavori fatti»
False fatturazioni: l’ex presidente di Unieco chiede «il non luogo a procedere» Reati prescritti e solo in 5 rischiano il rinvio a giudizio, chiesto un patteggiamento
REGGIO EMILIA. Sono sei le posizioni del maxi processo sulle fatture fasulle – con ben 43 imputati, fra cui l’ex storico presidente di Unieco cioè il 64enne Mauro Casoli – che rischiano il rinvio a giudizio, visto che la stessa accusa ha chiesto al gup Angela Baraldi una sentenza di non luogo a procedere per 37 imputati su 43 per avvenuta prescrizione.
Ieri si sono concluse le arringhe dei difensori e il giudice concluderà l’udienza preliminare – con eventuali repliche e sentenza – a metà dicembre.
In quell’udienza arriverà anche la decisione del gup sulla 66enne Maurizia Bellezza: l’avvocato Gianni Franzoni – difensore dell’imputata – ha depositato la richiesta di patteggiamento a un anno e nove mesi e 10 giorni per riciclaggio (il minimo della pena considerate le attenuanti e lo sconto per il rito alternativo).
Resta in piedi la posizione dell’imputato più noto, Mauro Casoli, ex storico presidente di Unieco. «Al mio assistito – ha detto alla Gazzetta la scorsa udienza l’avvocato Roberto Bassi – sono ora contestate soltanto tre fatture per un valore di 9mila euro ed eravamo partiti da 20 milioni di fatture».
Ieri insieme ai colleghi Laura Soda e Alberto Accordi, ha chiesto il non luogo a procedere. «Le fatture contestate, relative al bilancio 2010 da ben 463 milioni, sono relative a lavori effettivamente eseguiti come dimostriamo».
Secondo l’accusa Unieco per pagare meno tasse a fine anno sarebbe ricorsa all’utilizzo di fatture false emesse da artigiani per lavori fissati sulla carta ma inesistenti nella realtà. La Guardia di finanza aveva contestato decine di fatture emesse tra il 2008 e il 2010 da 42 imprenditori calabresi. La difesa dell’ex presidente sostiene invece che i lavori sono stati effettivamente eseguiti. Alcuni degli imputati, per i quali è stata chiesta l’archiviazione, hanno distrutto la contabilità e dunque le tracce di queste operazioni sono emerse soltanto dalla contabilità di Unieco. Gli indagati avevano ricevuto l’avviso di conclusioni delle indagini nel novembre 2016. Secondo la procura era stato messo in atto un inganno fiscale a beneficio della grande cooperativa delle costruzioni durante gli anni in cui faceva capolino la crisi. L’ex storico presidente Mauro Casoli, per vent’anni a capo di Unieco, è stato chiamato a rispondere del reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti in quanto legale rappresentate all’epoca dei fatti del colosso cooperativo.