Gazzetta di Reggio

Reggio

Il museo dei Cappuccini diventa locanda per i poveri

Leonardo Grilli
Il museo dei Cappuccini diventa locanda per i poveri

Reggio Emilia: nella sede di via Ferrari Bonini sono stati allestiti dodici miniappartamenti che saranno gestiti dalla Caritas

3 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. Non più uno spazio per esporre opere d’arte ma una locanda, nell’accezione cristiana del termine: un luogo di accoglienza e rifugio per i poveri e i bisognosi. Il museo dei Cappuccini, in via Ferrari Bonini, non esiste più.

Al suo posto i frati hanno creato la “Locanda San Francesco” mettendo a disposizione della Caritas diocesana e ristrutturando a loro spese quella parte del convento che è diventato ufficialmente un luogo di accoglienza della città di Reggio Emilia per persone e famiglie in difficoltà.

Un lavoro in grande stile che ha consegnato alla comunità reggiana dodici nuovi mini appartamenti, completamente ristrutturati e dotati di ogni comfort. Un luogo bello e non solo utile perché, come hanno ricordato gli stessi fautori del progetto, «ai poveri non dobbiamo lasciare gli scarti ma dobbiamo fare in modo che siano circondati dalla bellezza, che farà bene anche alla loro anima».

A presentare questa nuova casa di accoglienza sono stati il vescovo di Reggio Emilia, Massimo Camisasca, il sindaco Luca Vecchi, il direttore della Caritas diocesana Isacco Rinaldi e il guardiano dei Cappuccini di Reggio, padre Volpi. Assieme a loro una cinquantina di fedeli e bisognosi che hanno assistito alla benedizione del vescovo e, visibilmente meravigliati, hanno guardato i nuovi alloggi.

«Quello dei frati cappuccini – ha spiegato Rinaldi – è stato un gesto davvero caritatevole. Inizialmente volevamo chiamarla “Casa di San Francesco” ma in seguito abbiamo pensato di rinominarla “locanda”». Il luogo dove, secondo la Parabola di parabola di Luca (10,25-37) il samaritano ha portato il malcapitato assalito dal predoni perché si rimettesse in sesto.

«Questo sarà un luogo di cura – prosegue Rinaldi – dove le persone che vengono si sentiranno accolte e potranno ripartire con la loro vita. E soprattutto si tratta di un luogo bello perché la Chiesa non dà ai poveri le ultime cose ma le cose più belle, i poveri vanno messi al centro delle nostre politiche».

Così, nel corso di un anno li ristrutturazioni, tutte le opere d’arte custodite nel museo sono state spostate a Bologna e attualmente nella “Locanda” ospita già una famiglia di bisognosi. «Qui nel nostro convento – racconta, col suo fare bonario e placido, padre Volpi – già ogni sera alla mensa diamo da mangiare a circa 180 persone al giorno. Ma volevamo fare qualcosa di più stabile e così i nostri superiori dell’Emilia-Romagna hanno scelto di trasformare questo luogo dopo aver valutato diversi edifici in Regione».

Il fabbricato di via Bonini infatti, costruito negli anni ’70, si prestava per caratteristiche a un progetto del genere.

«Abbiamo abbattuto qualche parete – conclude il frate – installato i servizi igienici e ottenuto l’agibilità. Quindi ci siamo rivolti alla nostra diocesi che ha affidato la gestione alla Caritas».