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Venticinque anni fa due esecuzioni in casa

Venticinque anni fa due esecuzioni in casa

Nella notte la mente degli investigatori è corsa ai fatti di sangue nel 1992 Vasapollo e Ruggiero uccisi a pochi passi dai familiari a Pieve e Brescello 

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REGGIO EMILIA. Il delitto di Villanova rimanda, per le modalità con le quali è stato compiuto, a molti anni fa. Per trovare un precedente simile, nella dinamica, bisogna risalire all’autunno del 1992. La mente degli investigatori ieri notte è andata immediatamente al 21 settembre e al 22 ottobre di 25 anni fa, quando vennero uccisi nelle loro abitazioni Nicola Vasapollo, a Pieve Modolena e Giuseppe Ruggiero, a Brescello.

Vasapollo era ai domiciliari quando fu raggiunto da due persone armate che poi fuggirono a bordo di una Fiat Uno. Clamoroso fu anche l’omicidio di Brescello: il gruppo inscenò un finto controllo investigativo, camuffando una Fiat Uno a finta gazzella dei carabinieri, con tanto di lampeggiante.

Per i due omicidi, che si inserivano nel quadro della lotta per il predominio tra l’allora cosca dominante delle famiglie Grande Aracri, Dragone e Arena e gli «scissionisti» Ruggiero e Vasapollo, sono stati condannati in via definitiva come mandanti nel 1997 Raffaele Dragone e Domenico Lucente.

Grazie al pentito Antonio Valerio, alla sbarra al processo Aemilia, si è arrivati recentemente una svolta ingestigativa su quegli episodi. Il 19 ottobre la Dda di Bologna e la squadra mobile di Reggio hanno condotto un’operazione che ha portato a tre ordini di arresto in carcere e altrettante denunce a piedo libero.

Vasapollo e Ruggiero vennero uccisi nelle loro case, a pochi passi dalle loro famiglie, in maniera per molti versi eclatante. Secondo gli inquirenti i mandanti erano i futuri capi clan che volevano far capire a tutti che la ’ndrangheta era forte e spavalda anche al di fuori dei suoi confini naturali. Per questo modo si scelse di colpire in modo così clamoroso.

L’operazione di ottobre ha colpito l’attuale capocosca cutrese Nicolino Grande Aracri, 58 anni, appena condannato a 30 anni al processo Pesci per la sua egemonia criminale nel Mantovano, ritenuto il mandante dei due omicidi insieme a Antonio Ciampà, altro capo cosca cutrese. Arresti anche per Nicolino Sarcone, 52 anni, considerato dagli inquirenti l’attuale capo della locale per Reggio Emilia e autore dell’omicidio Vasapollo insieme a Antonio Macrì (sparito nel 2000 probabilmente per lupara bianca). Due misure eseguite in carcere - essendo i due già detenuti al 41bis - così come quella per Angelo Greco, 51 anni, al vertice della ’ndrina distaccata di San Mauro Marchesato, nel Torinese, considerato autore materiale dell’omicidio Ruggiero. Spedizione alla quale ha partecipato anche Antonio Lerose, detto “René”, anch’egli indagato.

Le indagini della polizia (le due squadre mobili di Reggio Emilia e Bologna e il Servizio investigativo centrale) per risolvere i due casi hanno impiegato circa quattro mesi, con un lavoro certosino di esame dei tabulati della vecchia Sip, di incartamenti processuali riguardanti altri episodi riconducibili alla stessa guerra di mafia, di multe stradali, fino all’individuazione delle amanti degli uomini del clan che offrivano loro appoggio e coperture.

Come detto il delitto di Villanova di Reggiolo ha ricordato per la sua efferatezza questi due precedenti. I punti in comune al momento si fermano dunque alle modalità del delitto e al fatto che anche in questo caso la vittima è originaria del crotonese. Va detto che il 31enne Francesco Citro è un incensurato e anche la sua famiglia non è mai stata oggetto di chiacchiere a Reggiolo.

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