Gazzetta di Reggio

Reggio

Per la biografia di Carri arriva anche Landini

di Roberto Fontanili
Per la biografia di Carri arriva anche Landini

Doppia presentazione per “Un comunista emiliano nella storia del Novecento” L’autore Manfredini: «Dall’ortodossia al riformismo alle posizioni più moderate» 

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REGGIO EMILIA. Ci sarà anche l’ex segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini alla presentazione del libro di Matteo Manfredini “Alessandro Carri. Un comunista emiliano nelle storie del Novecento” che si tiene questa mattina alle 11 all’hotel Posta. Una presentazione che sarà replicata al pomeriggio alla biblioteca comunale di Carpineti (dove Carri è stato sindaco dal 1990 al 1995), alla presenza di numerosi ospiti e autorità, tra cui il senatore Fausto Giovannelli.

Ma l’appuntamento clou è quello all’Hotel Posta nel quale Alessandro Carri avrà modo di ascoltare e interloquire con chi ha condiviso gran parte della sua esperienza politica e amministrativa. Da Eletta Bertani a Centurio Frignani e Antonio Bernardi, allo stesso Maurizio Landini. Un dialogo a più voci quello che mette assieme Matteo Manfredini, l’autore di questa biografia – che è soprattutto una storia pubblica di un uomo che ha attraversato, spesso lasciando un segno, cinquant’anni della storia di Reggio e del Pci e poi Pds, Ds e infine Pd reggiano – e il professor Lorenzo Bertuccelli di Unimore che ha curato la prefazione del libro, mentre la postfazione è stata del ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. È una genesi curiosa quella da cui nasce questo libro edito da Aliberti Compagnia Editoriale, che all’inizio Alessandro Carri quasi non voleva, e che vede l’autore raccontare la storia di questo “comunista emiliano”, a cui riconosce la capacità di pensare in grande e di essere portatore all’interno del Pci reggiano di idee innovative che spesso si scontravano con il pensiero comune del partitone reggiano. «Quella di Carri – spiega Matteo Manfredini – è la storia di tanti obiettivi raggiunti, ma anche dei tanti fallimenti che hanno contrassegnato la vita sua politica». La mia, lo scrive anche nella sua introduzione «non è una biografia agiografica, ma una ricerca che parte da Carri per ripercorrere anche la storia dell’Emilia e dell’Italia dal dopoguerra. Carri è una figura che ha attraversato la complessa storia del Pci e dei partiti di sinistra suoi eredi, partendo da una posizione apparentemente ortodossa per poi volgersi al riformismo e collocarsi su posizioni moderate». Quella di Carri insomma non è la storia di un rivoluzionario, ma di un pragmatico comunista emiliano che incarna fedelmente la capacità di governo del Pci emiliano. «Non è stata una storia lineare – conclude Manfredini – Carri è stato un creativo dell’amministrazione, una persona che non aveva paura di proporre progetti utopici. In lui c’era spesso l’ottimismo della volontà, come quando negli anni ’90 decise di far incontrare il Dalai Lama e il governo cinese a Canossa. Un’idea che sembrava folle, ma alla fine il Dalai Lama a San Polo venne davvero».