’Ndrangheta, sala gremita per il libro di Rossella Canadè
BRESCELLO. «Ma a Mantova le auto bruciano per autocombustione?». È l’interrogativo provocatorio che si pone in apertura il libro della giornalista della Gazzetta di Mantova, Rossella Canadè, che ieri...
BRESCELLO. «Ma a Mantova le auto bruciano per autocombustione?». È l’interrogativo provocatorio che si pone in apertura il libro della giornalista della Gazzetta di Mantova, Rossella Canadè, che ieri a Brescello ha raccontato la storia mantovana dell’insediamento in pianta stabile della ’ndrangheta nei nostri territori. Una storia che di là dal Po si chiama oggi “Processo Pesci”, - con molti tratti in analogia con quella del “Processo Aemilia” - perché qualcuno possa pensare che non ci riguardi. La storia di una terra, per usare una immagine del libro, «che si è vantata per anni di avere gli anticorpi contro la mafia, e forte di questa illusione non si è mai misurata la febbre». “Fuoco criminale, la ‘ndrangheta nelle terre del Po: l’inchiesta” (Imprimatur) - è stato presentato al centro culturale “San Benedetto” di Brescello. Prima dell’inizio dell’intervista, la giornata si è aperta con l’intervento di Paolo Monica e Lorella Galli del Gruppo di Discontinuità che hanno illustrato l’attività del gruppo e spiegato le ragioni dell’evento, oltre a leggere alcuni stralci del decreto contenente le motivazioni dello scioglimento del Comune. (a.v.)