Ventasso, prigionieri nell'albergo isolato dalla slavina
Proprietaria e cuoco bloccati dentro il Carpe Diem dopo la slavina sulla provinciale 18: «Stiamo bene». Strada chiusa fino al cessato allarme, ma imezzi di soccorso arrivano in hotel
VENTASSO. Un rombo sordo, poi la valanga. Un’altra, nell’arco di ventiquattro ore, nella zona più impervia e innevata della montagna reggiana: il passo Pradarena, a 1.500 metri di quota, lungo la provinciale 18 che porta da Ospitaletto al confine con la provincia toscana di Lucca. Mercoledì lo stop - per altro breve - è toccato al tratto di Rio Re, ieri alla porzione di strada tra il chilometro 22 e il chilometro 23.
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Quelle tonnellate di neve pesante che si sono staccate da un costone ripido, pochi chilometri prima della serie di tornanti, in un’area boschiva, ieri mattina intorno alle 7,30, facendo precipitare a valle un fronte ampio una quarantina di metri, si sono riversate lungo la strada ricoprendola completamente. Impossibile anche solo ipotizzare un attraversamento. E infatti la Provincia, poche ore dopo, ha emesso un’ordinanza di chiusura «fino a fine dell’emergenza».
Nessuno, nè mezzi nè persone, transitava lungo quel tratto di provinciale al momento della slavina ma la chiusura della carreggiata sia sul versante toscano che su quello emiliano, ha però isolato il rifugio Carpe Diem, un albergo recentemente rinnovato e frequentato da appassionati di trekking e ciaspolate, dove si trovavano la proprietaria, Arianna Ceccardi e il cuoco, di origine bergamasche. I due, in vista del week end, stavano predisponendo l’albergo per ricevere un buon numero di ospiti che difficilmente potranno arrivare.
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Oggi infatti era prevista una ciaspolata notturna dedicata al lupo con incontro con un esperto e cena.
«Purtroppo non so se riusciremo a farla – spiega Arianna Ceccardi al telefono – Questa slavina un po’ di disagio ce l’ha creato ma noi qui stiamo benissimo». Il Carpe Diem si stava preparando per ricever 50 persone a cena, 30 ospiti in camera e 40 per la ciaspolata.
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«Non abbiamo alcun tipo di problema – prosegue Arianna, origine reggiane, architetto a Bergamo per molti anni, proprietaria del Carpe Diem dall’aprile dell’anno scorso per scelta di vita - E di sicuro non certo quello dei viveri visto che abbiamo fatto rifornimenti, appunto in vista degli ospiti e del brutto tempo. Direi anzi che stiamo mangiamo troppo – scherza Arianna – perché con il blocco della provinciale, c’è poco altro da fare. Mi risulta però che i mezzi della Provincia abbiamo già liberato la strada per raggiungere il rifugio».
Spalaneve, stradini, camion, si sono messi in azione immediatamente dopo la valanga e alle 13,30 sono effettivamente arrivati al rifugio, dove i sette operai, per pranzo, sono stati gli unici ospiti del ristorante. «Spero che la strada venga riaperta ufficialmente nel minor tempo possibile – conclude Ceccardi – Mi pare, infatti, che il rischio sia ormai passato».
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Eppure l’allerta arancione per il rischio valanghe emessa ieri dal servizio nazionale Mateomont – spiegano in Provincia – resterà attiva fino a domenica. Molto difficilmente, dunque, l’ordinanza di riapertura della provinciale 18 potrà arrivare prima di quella data. Si tratta di cinque chilometri di strada, tra l’abitato di Ospitaletto e il confine con la provincia di Lucca, particolarmente soggetti al rischio valanghe in caso di abbondanti nevicate.
Inoltre le previsioni meteo, per i primi giorni della prossima settimana, non sono rassicuranti.
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