«La scelta di Camisasca? Rivoluzionaria»
Alberto Nicolini, presidente di Arcigay: «Presiedere la funzione a Regina Pacis significa riconoscere che l’omofobia esiste»
REGGIO EMILIA. «È rivoluzionarlo il fatto che Camisasca non solo partecipi alla veglia contro l’omofobia del 20 maggio a Regina Pacis, ma che addirittura abbia deciso di presiederla». A dirlo è Alberto Nicolini, presidente provinciale di Arcigay, che si schiera apertamente, senza se e senza ma, dalla parte del vescovo.
Nicolini, cosa ne pensa della polemica sollevata dal gruppo 20 Maggio che ha organizzato una contro-preghiera di riparazione?
«Arcigay non entra nella controversia tra correnti ecclesiastiche, ma non possiamo non sostenere una veglia contro l’omofobia. Don Paolo Cugini ha da sempre la mia stima personale incondizionata e io stesso ho partecipato ai gruppi di preghiera Lgbt che si tengono una volta al mese nella parrocchia di Regina Pacis».
Qual è, secondo il suo punto di vista, l’utilità di questi incontri?
«Conosco tanti genitori che ne hanno tratto enormi benefici. Si tratta di genitori credenti e praticanti che fanno una grande fatica ad accettare l’omosessualità di un figlio. Ho visto famiglie ricomporsi, madri e padri che dopo un percorso difficile sono riusciti a provare autentico amore per quei figli che fino a quel momento erano stati, dolorosamente, incompresi».
Se l’aspettava la decisione del vescovo di presiedere la veglia contro l’omofobia?
«Una cosa posso dirla. È capitato che integralisti come il Gruppo di preghiera 20 Maggio, alla ricerca di pubblicità, alla fine sono riusciti ad ottenere l’effetto esattamente contrario a quello desiderato».
Non possiamo però pensare che la scelta di Camisasca sia solo la reazione a una presa di posizione integralista...
«Questo no. Però c’è un precedente. L’anno scorso, in occasione del Gay Pride, il vescovo si era mantenuto a distanza evitando di prendere apertamente una posizione. Solo dopo l’ingresso in scena del Comitato Beata Giovanna Scopelli, la Diocesi si era schierata negando loro l’uso del Duomo per la preghiera di riparazione. Ecco, io penso che sia iniziato da lì un processo di ascolto da parte del vescovo che in questi giorni lo ha portato alla decisione di presiedere la veglia a Regina Pacis».
Lei vede davvero una svolta nel ministero di Camisasca?
«Come negarlo? Il vescovo è partito da Courage per arrivare ad ammettere che l’omofobia esiste. È per questo che io considero rivoluzionaria la sua decisione non solo di partecipare ma di presiedere domenica prossima la veglia fortemente voluta da don Paolo Cugini».
Non è surreale che gruppi di cattolici contestino il vescovo che, invece, viene difeso a spada tratta da Arcigay?
«È surreale ma è anche un segno dei tempi. Io stesso, che sono ateo, andrò alla veglia presieduta da Camisasca e porterò con me dei giovani nigeriani omosessuali per mostrare loro che pregare può servire alle persone per ritrovarsi».
E al Gruppo di preghiera 20 Maggio ha un messaggio da lanciare?
«Per me queste persone sono assolutamente inconsistenti. In realtà non portano avanti alcun progetto. A dimostrarlo è il fatto che non agiscono ma reagiscono. Compaiono solo quando si tratta di protestare contro qualcosa o qualcuno, ma non hanno niente da proporre. Il loro unico merito, allo stato delle cose, è che alla fine riescono a fare accadere tutto ciò contro cui stanno combattendo. Diciamo la verità, grazie a certi “avversari”, abbiamo fatto più passi avanti in due anni che in decenni di battaglie».