Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia, prelievi del Dna su 247 detenuti al carcere della Pulce

di Ambra Prati
Reggio Emilia, prelievi del Dna su 247 detenuti al carcere della Pulce

I dati della polizia penitenziaria nel 201° anniversario  Nell’ultimo semestre vigilate oltre 9.000 persone recluse

3 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. In un anno, è stato effettuato il prelievo di campioni biologici su 247 persone, per l’alimentazione della banca dati nazionale del Dna: un modo per identificare i pregiudicati, sebbene in Italia, a differenza del resto d’Europa, la banca dati non sia mai partita. È uno dei dati diffusi ieri nella cerimonia del 201° anniversario della fondazione della polizia penitenziaria di Reggio. La cerimonia si è svolta per la prima volta a Palazzo di Giustizia, nell’aula di Corte d’Assise, per concessione della presidente del Tribunale Cristina Beretti.

Una location quanto mai d’attualità, in vista «dell’ultimo sforzo organizzativo e di risorse» per il rush finale del maxi-processo Aemilia: i turni degli agenti nell’aula speciale arrivano anche a 12 ore, come ha sottolineato la direttrice degli Istituti Penitenziari reggiani, Anna Albano, che ha rimarcato «l’eccellente contributo e l’alto profilo professionale degli agenti, riconosciuto dalle stesse autorità giudiziarie e da tutte le parti coinvolte».

Tra gonfaloni, agenti cadetti in alta uniforme, magistrati e giudici, anche i massimi i vertici amministrativi (il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, la presidente del consiglio comunale, Emanuela Caselli) e delle forze dell’ordine (il comandante della Polstrada, Ettore Guidone, il vicequestore Andrea Salmeri, il comandante della municipale, Stefano Poma, i colonnelli della Guardia di Finanza, Roberto Piccinini e dell’Arma, Antonino Buda). Nel corso della cerimonia, il comandante della Polizia penitenziaria di Reggio, Mauro Pellegrino, ha sottolineato i «risultati, che solo un anno fa venivano dai più ritenuti impossibili da raggiungere» della recente organizzazione interna della Pulce, dopo il superamento dell’Opg divenuta Casa circondariale e Casa di reclusione. Pellegrino ha fornito i numeri del cambio di rotta, a partire dalla drastica riduzione di eventi critici (come suicidi, incendi, danneggiamenti, aggressioni) e del fenomeno dell’introduzione di stupefacenti e di cellulari. Fra i numeri diffusi, l’ormai cronica carenza di personale (su 200 agenti, gli effettivi in servizio sono 173, lontani dai 240 della dotazione organica prevista dal Ministero). E poi: l’attività di polizia giudiziaria, con 155 informative di reato. Sono invece 145 i giorni di piantonamento di 23 “ricoverati in luogo esterno al carcere”, con l’impiego complessivo di 920 agenti.

Nel solo ultimo semestre sono state eseguite 706 traduzioni su strada e 5 in aereo e sono stati movimentati 1.315 detenuti e 17 detenute: 800 diretti alle aule di giustizia, 30 ad altre sedi penitenziarie, 459 a strutture sanitarie pubbliche. Nel complesso le traduzioni hanno richiesto l’impiego di 3.074 agenti. Sono stati vigilati 8.639 detenuti di media sicurezza e 756 detenuti di alta sicurezza hanno potuto fruire di 6.612 ore di colloquio visivo con familiari e terzi. Sono state 8.639 le perquisizioni su soggetti entrati nel carcere per tali motivi (minori esclusi), mentre 3.770 sono stati i controlli eseguiti per i pacchi destinati ai detenuti. Al termine della cerimonia, gli encomi per motivi di servizio, consegnati agli agenti Michele Malorni, Marco Di Martino, Giuseppe Mastino e Placido Vitale, Anna La Marca (quest’ultima, tra l’altro, in dolce attesa).