Gazzetta di Reggio

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Direttrice non toglie i libri gender dalla biblioteca e viene trasferita: Reggio Emilia si mobilita

di Adriano Arati
Direttrice non toglie i libri gender dalla biblioteca e viene trasferita: Reggio Emilia si mobilita

La direttrice si è rifiutata di spostare i volumi dalla biblioteca ed è stata trasferita. La consulta reggiana pronta all’acquisto in massa dei testi della discordia

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REGGIO EMILIA. «Il Comune di Todi rimuove la direttrice della biblioteca per i libri gender? A Reggio prepariamo una risposta, vogliamo marcare la differenza». È pronto a muoversi contro quella che considera una discriminazione pesante il mondo delle biblioteche pubbliche reggiane, un’eccellenza assoluta a livello italiano grazie a decenni di lavoro. Pochi giorni fa è stato ufficializzato il trasferimento ad altro incarico di Fabiola Bernardini, direttrice della biblioteca comunali di Todi, in Umbria, diventata celebre nell’autunno 2017 per un pesante scontro con la propria amministrazione comunale.

Il nodo del contendere, la presenza di alcuni libri per bambini considerati “gender”, per usare una parola di moda, in cui si parlava anche di amore omosessuale. Il Comune umbro riteneva questi volumi contrari ai valori tradizionali della famiglia e ne chiedeva lo spostamento nella sezione adulti. La Bernardini si è opposta sostenendo che fossero libri educativi per i più piccoli, pensati con scopi educativi e approvati dalla comunità scientifica. La vicenda ha avuto eco nazionale, generando un lungo dibattito.

La rottura non si è sanata, anzi, e ora la Bernardini è stata trasferita. La scelta non è piaciuta agli addetti ai lavori reggiani, che ora preparano “risposte”. A parlarne è Nico Giberti, sindaco di Albinea e coordinatore della Consulta delle Biblioteche di Reggio, organismo che raduna l’intero servizio bibliotecario reggiano ed è composto da funzionari e alcuni amministratori.

«Ci sono già stati segnali preoccupanti in passato, ora vogliamo dire basta – spiega Giberti – Nel 2015, quando ci fu un caso simile e Venezia, diverse biblioteche reggiane fecero quello che feci io spontaneamente: verificarono quali fossero i libri soggetti a “censura” e, nel caso non fossero già presenti, ne prenotarono gli acquisti. Nell’autunno scorso è emersa la vicenda di Todi: l’amministrazione voleva far scomparire quei volumi dalla sezione ragazzi, con un giudizio discriminatorio sui libri».

Adesso, il trasferimento della direttrice. «Un gesto eccessivo e preoccupante, la consulta bibliotecaria reggiana ha decisamente un’altra sensibilità e ha deciso in modo unanime di organizzare un’azione collettiva per marcare la differenza fra il nostro approccio e quello emerso a Todi o Venezia in passato – annuncia Giberti – Ancora non sappiamo nel dettaglio quale sarà la reazione: vogliamo deciderla insieme, entro fine giugno la consulta si riunirà e decideremo. C’è l’accordo di tutti, nessuno vuole rimanere in silenzio nel mondo bibliotecario reggiano». Le opzioni sono tante, dall’acquisto in massa dei libri “incriminati” all’invito della direttrice rimossa a qualche iniziativa reggiana sul tema.