Gazzetta di Reggio

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Castelnovo Monti, va in cimitero ma non trova più la tomba: «Dove sono finite le ossa di mio padre?»

Tiziano Soresina
Castelnovo Monti, va in cimitero ma non trova più la tomba: «Dove sono finite le ossa di mio padre?»

Sparita anche la lapide di marmo, al suo posto un’altra sepoltura. Il dolore della figlia: «Mai comunicata l’esumazione»

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CASTELNOVO MONTI. «Ma come non riesci più a trovare la tomba di mio padre?». Anche se è già trascorsa una settimana, lo shock per quella telefonata è ancora intatto. Trema la voce a Graziana Campani che da quel giorno non sa più nulla dei resti del papà (Dannunzio Gabriele Campani, deceduto a 69 anni) e nemmeno della tomba di marmo grigio in cui era stato sepolto 25 anni fa nel cimitero di Castelnovo Monti.

Sette giorni or sono è metà pomeriggio quando riceve l’affannata chiamata del marito Ivan Lugli che ha appena accompagnato in cimitero un cugino del defunto per una visita. «Guardi, a parlarne mi torna la tachicardia e mi viene da piangere – racconta Graziana alla Gazzetta – perché mi sento umiliata e offesa. Quando mi ha telefonato mio marito mi è cascato il mondo addosso, continuava a dirmi che al posto di quella di mio padre c’era un’altra tomba e l’area gli appariva cambiata. A quel punto ho chiesto ad una mia amica che abita vicino al cimitero di fare una verifica, ma poco dopo mi ha confermato l’amara verità».

Graziana è una donna forte ma con lei il destino non è stato certo tenero (ha perso una figlia di ventun anni) e si commuove a ripensare alla vita dei suoi genitori che dopo aver gestito per tanti anni l’edicola alla stazione ferroviaria Brignole di Genova, erano tornati nei primi anni Ottanta vicini all’unica figlia, a Castelnovo Monti (in una villetta a schiera in via Comici).

Nel 1993 il cuore di Dannunzio non aveva retto alla grave malattia che gli era stata diagnosticata ed era stato sepolto nel cimitero castelnovese, sul lato destro, a circa cinquanta metri dall’entrata. «A quel punto mia mamma (Decima Sensi) era venuta ad abitare con me a Cavola di Toano . Per vent’anni, insieme, siamo andate sulla tomba del papà, finché non è morta anche la mamma che dal 2013 riposa nel cimitero di Cavola. Appena possibile avrei voluto riunire a Cavola le salme dei miei genitori, ma adesso...».

E qui torna lo sgomento, perché Graziana non sa ancora nulla di preciso su quanto accaduto e soprattutto dove sono finiti i resti del padre e la tomba. «Tramite mia figlia Daniela siamo entrati subito quel pomeriggio in contatto con il sindaco castelnovese Enrico Bini che è stato gentilissimo e si è interessato della questione. Il giorno dopo abbiamo parlato con un addetto dell’Ufficio Anagrafe ma da quest’ultimo non abbiamo avuto un aiuto concreto, nemmeno quando abbiamo detto che avremmo proceduto per vie legali».

Alla figlia non è infatti chiaro dove siano ora le ossa del padre («Ma come si fa poi a sapere con certezza che sono effettivamente le sue?»), non si dà pace perché come erede non è stata avvertita dell’esumazione: «Mi ferisce ricordare che mio padre era stato sepolto con la fede e la catenina d’oro addosso, ma sembrano sparite. E gli ornamenti della tomba, cioè un volto di Cristo in bronzo e il vaso di rame? Pensavo di usare a Cavola il bel marmo della tomba per risistemare la sepoltura dei miei genitori finalmente insieme, ma la lapide dov’è finita?».

Di fronte ad una situazione simile, la famiglia ha deciso di rivolgersi allo studio legale Bucchi-Azzolini: «Non avrei mai creduto di vivere un dolore simile – conclude Graziana che ha alle spalle anni di lavoro come operatrice socio-sanitaria – e al di là del danno subìto, il Comune deve darci delle risposte chiare, esaurienti. Ogni giorno che passa in questa incertezza è sempre peggio. Un incubo».